Scrive Roberto Cherubini: “Sono stato con piacere all’inaugurazione della Fonte Santa Maria Maddalena restaurata nei pressi del parco di Fonte Scodella. Amo le fonti e apprezzo profondamente ogni intervento che ne restituisca la dignità e la bellezza. Ogni fonte è un frammento della nostra storia, un luogo di memoria e socialità, un bene comune da tutelare.
Durante l’inaugurazione, ho colto l’occasione per sottolineare all’assessore Silvano Iommi una questione cruciale: il vero nodo non è solo il restauro, ma la manutenzione. Senza una cura costante, anche l’intervento più nobile è destinato a scomparire sotto l’incuria. E infatti, sono bastati 100 passi — neanche 100 metri dalla fonte restaurata — per ritrovarmi immerso nella vergogna: si entra dalla parte dell’abitato e il parco di Fonte Scodella appare in uno stato pietoso, letteralmente sommerso da rifiuti, con l’erba alta due metri. Un contrasto doloroso con la bellezza appena celebrata. È chiaro che questa città è abbandonata a sé stessa, preda dell’incuria più evidente (Ndr: ma… non c’è a Macerata un assessorato dedicato, tra le altre cose, a decoro urbano, parchi pubblici? L’assessore è scomparso tra l’erba alta?).
E allora viene spontanea una riflessione che non possiamo più rimandare: Macerata ha urgente bisogno di operai, non solo impiegati. Stiamo continuando ad assumere personale d’ufficio, ma i problemi sotto gli occhi di tutti — verde pubblico, pulizia, manutenzioni ordinarie — richiedono braccia e presenze sul territorio, non solo burocrazia.
Abbiamo esternalizzato i servizi spendendo cifre considerevoli, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’esternalizzazione non funziona.
Forse è ora di cambiare paradigma: assumere direttamente operai, formare squadre comunali stabili e competenti, capaci di prendersi cura quotidianamente della città. Non servono solo gare d’appalto e contratti a ribasso, serve una comunità che si riappropria del proprio spazio urbano, con cura e presenza concreta.
Potremmo anche ragionare su un coinvolgimento dei cittadini attraverso patti di collaborazione che permettano loro di collaborare nella cura dei luoghi, ma qualcosa occorre fare perché la situazione di incuria è evidente a chi vuol vedere. Ripartiamo da qui. Dalla bellezza di una fonte restaurata, e dai 100 passi che ci ricordano quanto ancora c’è da fare”.
Roberto Cherubini
6 luglio 2025