La rucola lo scrive da anni e l’eurodeputato Ciccioli conferma: il green imposto non va

La logica ha una sua funzione d’essere e va supportata dalla consapevolezza di ciò che ti circonda. Motivo per cui fin dall’inizio abbiamo avversato il “green” imposto dall’Unione Europea, non in quanto “green”, che di per sé è cosa buona e giusta, ma per come è stato voluto ottusamente applicare condizionando in negativo il nostro modus vivendi e il settore economico espresso dalle nostre imprese (nostre, non solo italiane ma europee). Ne scriviamo da anni, presagendo il crollo della produzione auto e il crollo del potere di acquisto delle famiglie, obbligate a spendere decine di migliaia di euro per cambiare l’auto. Tutto questo ha provocato un prevedibile calo di spesa dei nuclei familiari che si è ripercosso sull’intera economia. Applicare pedissequamente delle teorie senza valutarne l’impatto sulla società non può funzionare. Almeno avessero previsto un’applicazione molto graduale e senza imposizioni dittatoriali… nemmeno questo hanno saputo fare.

Ci ha dato soddisfazione il fatto che non siamo soli e che pure l’Onorevole Consigliere europeo, marchigiano, Carlo Ciccioli, ha senza tanti giri di parole messo a fuoco la situazione lanciando precise accuse nell’assise europea.

Questa la dichiarazione dell’On. Carlo Ciccioli: “Sono arrivato in Europa con molto entusiasmo pensando che qui si potesse discutere con onestà, portando la voce dei miei territori e facendo capire anche ai più ideologizzati che non si possono fare leggi con totale disconnessione dalla realtà. Presto mi sono accorto che in questo Parlamento la politica non conta. Le decisioni non le prendiamo noi, ma una Commissione europea politicizzata, ideologica, che non valuta gli impatti, che ignora cittadini e imprese, assolutamente autoreferente.

Il settore automotive è il simbolo di questo approccio fallimentare: un provvedimento che mette a rischio milioni di posti di lavoro e industrie, penalizza i consumatori e riduce l’Europa alla dipendenza da altri Paesi. Noi chiediamo di puntare sull’innovazione, sulla libertà tecnologica, sulla ricerca e non nella burocrazia o nella assurda dittatura delle regole ottuse.

C’è bisogno di un cambio vero, profondo, di una rivoluzione culturale aggressiva per la riscossa d’Europa che è in mano a funzionari che da decenni pensano di poterla cambiare con l’arroganza della supremazia ideologica e senza voler tornare sui loro passi neanche di fronte all’evidenza del fallimento. Questo tempo è finito”.

Lo ha dichiarato Carlo Ciccioli, eurodeputato di Fratelli d’Italia/ECR e componente della Commissione TRAN, intervenendo in Plenaria nel dibattito richiesto dal Gruppo ECR relativo al futuro del settore automobilistico europeo: revoca del divieto di vendita per le automobili a combustione nell’UE.

Carlo Ciccioli

9 ottobre 2025

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti