Informatica: adeguamento lento, lentissimo…

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di Forza Rata

 copisteria

Dovendo fare un centinaio di fotocopie e non volendo mandare in tilt la piccola fotocopiatrice che ho in casa, mi sono recato presso la copisteria di un amico ma… con un problema: urgenza! Una parola che a molti dà fastidio perché sembra che uno sia come li frati de Mondappù, quilli che rrìa e monda su! Ecco allora a che servono gli amici: a venirti in aiuto quando serve. Infatti mi ha detto: “Se non voi rpassà’ fra tre ghjorni… mittéte a sedé’ là e ‘spetta che come me se libbera un vusciu te le stampo”. Seggo, attendo, osservo e ascolto. Non passa un minuto che squilla il telefono: “Gliel’ha portata il Comune la relazione che mi deve fotocopiare?” – “Ancora no…” – “Ah, e quando me la fa?” Il mio amico mi guarda, sospira a voler dire… sembre cuscì, da la matina a la sera… e risponde: “Appena me la mandano”. Abbassa la cornetta e la rialza, compone un numero e fa: “Buongiorno, dovrei mandare un fax…” – “A chi?” incrocio il suo sguardo, mette una mano sul microfono e mi dice: “Ghjmo vè’ ogghj…” poi risponde: “Signorina, se vi ho chiamato è perché lo devo mandare a voi! Ora, per cortesia, se mi dà la linea…”. Intanto è entrata una signora di età indefinibile, né vecchia né giovane, che domanda: “Vorrei spedire del denaro per fax…”: sono allibito! mi viene da ridere ma mi trattengo. Esce costei ed entra un architetto, persona, di vista, conosciuta, che porta con sé un documento da inviare via fax e che, vedendo uscire da sotto il suo originale, esclama: “Ma che me lo restituite? Non glielo avete mandato?” Esco a prendere una boccata d’aria fresca e per non sentire la risposta del mio amico all’architetto. Arriva un gran bel pezzo di figliola, bionda, tutta fasciata stretta e rientro, solo perché anghe l’occhj vòle la parte sua, giusto in tempo per sentirla dire con vocina melodiosa: “In ufficio ci si è rotta la fotocopiosa, mi fate delle copie?” Il negoziante resiste stoico, abituato negli anni ad affrontare ogni genere di situazione, e cela il suo pensiero reale dietro una maschera cortese e sorridente: “Certamente signorina, quante ne facciamo?” Tra i vari clienti ne entra uno deciso, va diretto dal titolare e, mostrandogli una foto molto sfocata, dice: “Mi faccia una fotocopia portandola più a fuoco possibile!” di fianco al titolare un addetto è alle prese con l’ennesimo precisino che lo sta istruendo su quanto gli serve: “Vorrei delle fotocopie fatte con l’inchiostro di china, in modo che non mi si scoloriscano nel tempo…”. Esce uno e ne entra un altro: “Mi faccia una fotocopia a colori!” presentando una vecchia foto in bianco e nero… Il mio amico, paziente, gli spiega: “Guardi che essendo l’originale in bianco e nero la copia, di conseguenza, viene in bianco e nero”. Al che l’altro re-plica contrariato: “Perché, la fotocopiatrice a colori non colora?” Mi viene da pensare: “Tutti oggi capitano? Sarò come un parafulmine che li attira o è sempre così?” Non finisco di completare il pensiero che, sempre la stessa persona, tira fuori un’altra foto, formato 10×15, perché ne vuole un ingrandimento 20×20 che non la tagli né la distorca. Non ho parole! Nel frattempo il negozio si è svuotato, c’è un momento di calma, una stampante è momentaneamente libera e un ragazzo si occupa delle mie copie. Il titolare ne approfitta per fare una telefonata: “Le devo inviare un documento, mi da il numero di fax? Ah, non avete il fax? Allora glielo posso mandare per posta elettronica… mi dà l’indirizzo per cortesia?” dall’altro capo del telefono: “Via Garibaldi…”. Scoppio a ridere, non credo che riuscirei a resistere più di tanto a lavorare in un posto così. Intanto, timorosa, è entrata una anziana signora che domanda: “Vorrei sapere che vendete” – “Questo è un centro fotocopie signora” – “Ah…” e mentre esce, la sento mormorare: “Quindi non c’entra niente…”. Chissà che cercava… prendo il pacchetto con le mie copie, pago, saluto ed esco. Finalmente fuori…

 

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