Incubo, realtà o tutt’e due?

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Ah, si potesse ritornare al baratto

 

Notti fa mi sono svegliato all’improvviso e, non sapendo distinguere tra realtà e incubo, mi ci è voluto qualche attimo di “terrore” per rientrare nella mia vera vita e riprendere un sonno tranquillo. E’ accaduto che la sera precedente, leggendo il giornale a letto, sono passato dalla realtà al sogno… continuando a leggere il giornale: “Due anni di recessione economica dichiara l’Fmi per l’Italia!” Ecco allora che ho sognato come non solo l’Italia ma il mondo intero fosse entrato in recessione e che la finanza (speculativa) abbia divorato intere economie e infine, incapace di sbranare altre vittime (già sterminate), abbia fagocitato se stessa annullando così il valore del denaro. Ho sognato il ritorno al baratto, vero scambio merce, e una finanza da economia agricola; ho sognato campi colorati, pane e sudore, artigiani e dipendenti retribuiti in natura (salario da sale…) e quella infinita trattativa carica di rapporto umano che presiede allo scambio merce. Ho sognato banche trasformate in magazzini per l’assenza di denaro e che fanno fruttare il deposito o prestano merci con interessi pagati in natura (celiando… vanga de le vacche!). Che bello il sogno! Non c’è più denaro! Ma… torna l’incubo… gli speculatori finanziari e i capitalisti, che faranno? I capitalisti faranno gli allevatori di bestiame: capitali = capi (quante bestie ho) + tali (sono esse). E gli speculatori? Sempre a fianco dei capi-tali, fedeli servitori del loro dio denaro reinventato. Ecco perché mi sono svegliato terrorizzato passando dall’incubo alla realtà, una realtà che viviamo e che nel sogno si trasforma a beneficio dell’uomo.

Alvaro Norscini

 

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