Centrale biogas: destino in forse

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Il Consiglio di Stato ha emesso la sua sentenza

 

biogas-dal-fiumeAlcuni giorni fa è giunta la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Comune di Corridonia. Una sentenza che non sospende l’autorizzazione della centrale a biogas ma che apre uno spiraglio nel ricorso alla magistratura.

L’ordinanza numero 8154 del 18 dicembre 2012 dice sostanzialmente che la richiesta di sospensione dell’autorizzazione dell’impianto biogas di Sarrocciano, rigettata dal TAR delle Marche a settembre, non è condivisibile dal Consiglio di Stato alla luce delle censure formulate. I rilievi fatti dal Comune di Corridonia, infatti, potrebbero non essere infondati e quindi il CDS sollecita il TAR Marche a giungere in tempi brevi ad una decisione nel merito della questione.

La sentenza non affronta tuttavia la mancata acquisizione, da parte della Regione, degli apporti partecipativi dell’Arpa. Non dirime le plurime violazioni degli strumenti urbanistici vigenti. Sancisce, però, la fondatezza delle ragioni dell’Amministrazione Comunale che stanno alla base della contrarietà alla grande centrale a biogas.

Suonano, per questo, fuorvianti, per non dire espressamente ridicole, le parole, apparse sui giornali, che continuano ad affermare l’inconsistenza giuridica e l’infondatezza sostanziale delle accuse dei comitati e dei comuni.

Il rischio che la macchina della biospeculazione s’inceppi, prima ancora che abbia fatto fare agli imprenditori affari d’oro, sta crescendo di giorno in giorno grazie alla sentenza emessa dal CDS, il lavoro dell’Amministrazione Comunale e l’impegno continuo del comitato.

Può così accadere che la miope concentrazione sugli affari privati, in una vicenda squisitamente d’interesse pubblico, faccia affermare a sproposito che il Consiglio di Stato abbia riconosciuto che l’impianto non costituisce un pericolo per la salute e per l’ambiente. Di questo, non vi è menzione nella sentenza.

Ora, prima della decisione nel merito da parte del TAR, un’altra sentenza sarà determinate per aver affermati i diritti alla salute, alla proprietà e all’impresa: il giudizio di incostituzionalità della legge 3/2012. La probabile cassazione della legge regionale che ha eliminato la V.I.A. e creato un vasto conflitto fra cittadini e Istituzioni, potrà fornire al TAR delle motivazioni fondamentali, in aggiunta al merito delle questione, per la revoca dell’autorizzazione della centrale incriminata.

 

 

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