Tarsu… Tares…. balzelli romani

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di Stefano Monachesi

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Da diverse settimane si fa un gran parlare di Tares attraverso un sistema mediatico tendente, nella quasi totalità, ad avere un approccio della questione prevalentemente politico. Il cittadino medio, già sufficientemente arrabbiato e di certo in conflitto con tutto ciò che può riguardare il suo rapporto con le Istituzioni, si fa prendere per mano dall’ennesima sterile polemica politica attaccando tutto e tutti. Gli stessi Amministratori pubblici, blindati nei loro uffici, non riescono più a comunicare con il cittadino utente. Non riescono neanche a spiegare che la Tares altro non è che l’ennesimo balzello di governanti dell’ultima ora, i quali ragionano solo ed esclusivamente con una “logica di cassa”. Già la Tarsu era storicamente portatrice sana di elementi a dir poco iniqui, per i quali si attendeva da anni un rimedio. Tuttavia arriva la Tares che aggraverà ancora di più il solco della iniquità aumentando sempre e comunque il peso specifico della tassa stessa. Aggredire a questo punto gli Amministratori pubblici locali serve esclusivamente a dar luogo a un banale e improduttivo sfogo del momento. Dobbiamo invece spingere gli Amministratori pubblici a una revisione totale delle spese di settore registrate negli ultimi anni, per capire quali margini di economia siano ancora disponibili, per cercare di ammortizzare, se non annullare, gli effetti dei soliti “balzelli romani”. Nei fatti, chiedendo giustamente all’azienda-famiglia di fare sempre meglio la raccolta differenziata dei rifiuti, dobbiamo nel contempo stimolare l’atteggiamento virtuoso, attraverso una premialità che di fatto rappresenterà il vero ammortizzatore economico. La premialità sarà rappresentata dalla somma delle economie per i mancati smaltimenti del rifiuto indifferenziato e dalla revisione gestionale del sistema, che sarà anch’esso un elemento di economia complessiva. La crisi che il nostro Paese sta vivendo ha bisogno di una informazione che sia tale e non uno strumento di aggressione contro la vittima del momento. Il tutto contro tutti nella storia del nostro Paese non ha mai pagato e la cattiva informazione, peraltro in alcuni casi così premeditata, rappresenta un attacco alla nostra libertà. Sono mesi che gli italiani sono bombardati da un pessimismo mediatico che ha dimensioni tali da abbattere ogni forma di lotta necessaria a sconfiggere la crisi stessa. Pochi, pochissimi tentano di far leva sulla storica capacità del nostro Paese a superare gli eventi più nefasti che lo hanno colpito. Sarà forse il caso di parlare meno e lavorare di più su progetti e obiettivi comuni.

 

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