Pietroni happening

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Dal saluto a Tullio Moneta

allo scherzo ai Cancelli

pietroni

 

I Pietroni hanno approfittato del periodo estivo per una bella rimpatriata di famiglia e si sono dati appuntamento a Loro Piceno, presso il country house Borgo Sorbatti, dove li abbiamo sorpresi a rinfrescarsi in piscina. Quante generazioni: dalla nonna seduta a bordo vasca ai nipotini in ammollo! pietroni-giulianoTra loro alcuni cari amici de La rucola, compreso Giuliano che per i nostri lettori ha scritto interessanti pagine sulle sue vicende con l’Agip in giro per il mondo e la bellissima storia su Enrico Mattei. Giuliano, a un certo punto, ci ha preso in disparte: “Ho letto con piacere l’intervista di Matteo Ricucci a Tullio Moneta e vorrei approfittare delle pagine de La rucola per salutare un vecchio amico. Dovete sapere che ricordo bene Tullio, suonavamo insieme nella banda della Giovane Italia, io il clarinetto, lui abitava prima al Duomo, poi alla Pace. In questi anni l’ho incontrato in sogno parecchie volte e discutevamo insieme su per le Fosse; in sogno, io che sono stato un parà, ho sempre avuto una domanda ricorrente: Tullio, come mai sei andato a fare il mercenario?” Certo che sognare ancora una persona a tanti anni di distanza è un bel segnale di amicizia! per cui… da Giuliano Pietroni un caro saluto a Tullio Moneta dalle pagine de La rucola.

 

Lo scherzo ai Cancelli

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Correva l’anno 1956, a Macerata c’era la neve e faceva un freddo boia. Due giovanissimi fratelli non trovavano pace, come quelli che una ne fa e cento ne pensa, tanto che alle quattro di mattina ancora stavano girando per la città. Giunti presso i Cancelli a Giuseppe e a Giuliano viene una idea: “Chiudiamoli!” Impresa non facile, bloccati i cardini da tempo immemorabile, per di più gelati… come fare? Come si dice in dialetto: a cènne. Ossia a spingere e tirare a forza di braccia avanti e indietro. Fa freddo ma l’esercizio riscalda per cui un po’ per volta un cancello comincia a cedere, scricchiola, si muove e a forza de daje una “pacca” si chiude. L’impresa è stata immane, sono stanchi e si sentono soddisfatti del risultato. Il problema, poche ore dopo, sarà per il bus urbano che non riuscirà a uscire dal centro storico. Naturalmente il fatto finì sui quotidiani e solo oggi è svelato il mistero: sono stati loro! Il reato è prescritto.

 

 

 

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