Storie da Villa Cozza

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Claudio, insegnante

di Diritto ed Economia

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Mi chiamo Claudio e sono nato a Sant’Angelo in Pontano l’11 agosto 1937. Mia madre Giulia era casalinga e mio padre Alberto era un commerciante di articoli per l’agricoltura a Loro Piceno. Sono il più piccolo di tre fratelli. Ho frequentato le Scuole elementari a Sant’Angelo in Pontano e le Medie a Macerata, dove ci eravamo trasferiti nel 1948. Mi sono iscritto al Liceo classico e ho conseguito la maturità nel 1955. In seguito ho frequentato la Facoltà di Giurisprudenza, laureandomi. Ho fatto l’assistente universitario per diversi anni. Nel 1963 ho vinto una borsa di studio a Monaco di Baviera per specializzarmi in Diritto Processuale. Una volta tornato ho partecipato al concorso per l’insegnamento e l’ho vinto. Ho iniziato a insegnare Diritto ed Economia a Civitanova Marche in un Istituto Tecnico Commerciale, poi in altri Istituti. Mia madre era una donna possessiva e questo suo atteggiamento mi ha impedito di formarmi una famiglia all’età giusta. Mio padre invece me lo ricordo più come uno zio che come un padre. Veniva ogni tanto a Sant’Angelo in Pontano da Loro Piceno dove viveva con la madre; ricordo che arrivava sempre con una Lancia Aprilia. Alla fine i miei genitori si sono separati legalmente. Nel 1982 mi sono sposato con Gaetana che era di Roma ma non abbiamo avuto figli. Mia madre si è ammalata per un ictus, è stata a letto per circa tre anni ed è morta nel 1985. Dopo tanti anni succube di lei ho potuto iniziare a fare una vita normale, con amici, viaggi e qualche svago. Nel 2010 mia moglie è morta all’improvviso e sono caduto in depressione. Sono stato costretto a tornare a Macerata da Roma, perché vivevo in un appartamento di un Ente della Regione Lazio troppo grande per me e d’altra parte non potevo nemmeno più stare da solo. Inoltre ero impossibilitato a tornare nella casa materna, con i miei due fratelli perché non adatta alle mie condizioni. Sono venuto alla casa di riposo Villa Cozza indirizzato da un mio amico e confidente. Qui, nonostante ci siano persone, sono in una condizione di solitudine e tormentato da una forma di parkinsonismo. Nessun parente è in contatto con me e se ho problemi mi rivolgo al mio amico Adriano. Con gli operatori però sto bene perché vedo che cercano di sollevarmi il morale il più possibile.

 

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