Centro (im)produttivo Valleverde

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Gli errori? Tempo, spazio e logistica…

valleverde

 

Desolante. E’ l’unico termine che può descrivere la lottizzazione Valleverde. Chilometri di strade, rotatorie, passaggi pedonali da campo incolto a campo incolto e pali con lampioni accesi, tanti.valleverde Tutto per 4 (di numero) costruzioni: due da finire e due operative, una della Cgil. Come a dire: il sindacato ha preso posto prima dei lavoratori che non ci sono ancora e non ci saranno per lunghi anni ancora. Tutto sbagliato per valutazioni d’interesse personale che hanno glissato sulla realtà oggettiva. Ovvero la pochezza della politica che si estrinseca nel momento in cui lavora solo per sé e non per gli altri. C’erano tutte le valleverdepremesse per capire che a Macerata non era più il tempo d’impiantare una cosa simile per la stagnazione economica allora in atto oggi divenuta crisi. La politica, resa ottusa dal guadagno facile delle compravendite, non ha mai voluto capire l’importanza del valore dei reperti archeologici della zona, vero oro nero se ci fosse la capacità di comprenderlo e di sfruttarlo. Terzo fatto, la logistica. Ma dove vai se uno sbocco stradale valleverdenon ce l’hai? Per cui ecco la realtà: 4 costruzioni, lotti invenduti e chi ha comprato sta fermo a guardare. La morale della favola? Quando i politici usano il loro potere senza tenere in alcun conto le esigenze dei loro amministrati questi ultimi sono i soli a rimetterci. Certo, qualche volta anche i politici…

 

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foto 1 – Strisce pedonali senza persone, rotatorie senza traffico

foto 2 – La Cgil c’è, gli operai no

foto 3 – Tre piccole costruzioni in lontananza sulla desolazione dei campi incolti

foto 4 – Strade deserte buone per l’allenamento dei ciclisti

 

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