Ha ucciso ma è libero: Giustizia prescritta?

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di Lucia Mosca

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Uccise la moglie nel ’90 facendola a pezzi. La giustizia ha decretato per lui il non luogo a procedere per prescrizione. Giulio Cesare Morrone è quindi a tutti gli effetti un uomo libero: non sconterà manco un giorno di prigione. Furiosi i familiari della vittima, Teresa Bottega: “Ha calcolato tutto, delitto impunito”. Morrone ha confessato dopo ben 22 anni, incalzato dalla polizia sulla base di una testimonianza indiretta. La moglie, all’epoca dei fatti, aveva 35 anni. Lui ora ne ha 57. In tutto questo tempo ha convissuto col suo demone senza porsi il problema. Il nostro sistema giustizia ha premiato il suo silenzio, mantenendolo libero. Questi i fatti: è il 1990 quando l’uomo, al culmine di una delle tante liti che segnavano il loro rapporto, uccide la moglie. Il corpo martoriato della donna non verrà mai trovato. Il caso, archiviato come scomparsa volontaria, viene riaperto dagli investigatori dopo 22 anni grazie alla testimonianza di un uomo che arriva alla verità attraverso il racconto del sacerdote che aveva in precedenza accolto la confessione di Morrone. Sarebbe stato l’assassino stesso a disfarsi del corpo della moglie in provincia di Ferrara. Ora, siamo nel novembre dell’anno 2013, dopo anni di indagini e questo incredibile colpo di scena, il Gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, decide di non doversi procedere per avvenuta prescrizione. Di diverso parere il Pm, Valentina D’Agostino, che aveva chiesto 16 anni di reclusione nel corso del processo con rito abbreviato. Con questa incredibile sentenza si chiude definitivamente, ma senza che sia stata fatta giustizia, quello che sembrava destinato a rimanere un cold case senza soluzione. Ma si sa, questa è L’Italia. Secondo i legali della difesa, il giudice non avrebbe riconosciuto l’aggravante dei futili motivi, facendo scattare così un diverso calcolo della pena. La legge dispone che solo i reati i quali prevedono l’ergastolo siano imprescrittibili, ma senza l’aggravante l’ergastolo è sfumato, portando così alla prescrizione. Alla lettura della sentenza una delle sorelle della vittima è scoppiata in lacrime: “È un omicidio impunito. Si è solo liberato. Ha studiato tutti i particolari, sapeva che il reato sarebbe andato in prescrizione”. Presente, fuori dall’aula, anche la sorella di Morrone che ha commentato: “Non ci sono né vincitori né vinti”. In realtà qui a perdere, e non una cosa di poco conto ma la propria vita, è stata la vittima, Teresa Bottega. A vincere, paradossalmente, proprio il suo assassino, che si è guadagnato l’impunità. “Ha studiato tutto nei minimi particolari – ha ribadito la sorella di Teresa – adesso dice di essere un benedettino, ma è il diavolo. Ha fatto uscire fuori la verità quando sapeva che sarebbe intervenuta la prescrizione, così si è liberato di questo peso”. Morrone non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. Si è limitato a dire: “Sia lodato Gesù Cristo”.

 

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