Storia di un ex

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Dall’alba al tramonto

 silvio-badante

Dalla discesa in campo ai baccanali, dai vincenti spot elettorali ai toga party, da marito di Veronica Lario a benefattore di fanciulle indifese, Sir Silvio Berlusconi è ora un fantasma di ciò che fu: ex cavaliere, ex premier, ex scopritore di talenti; 77 anni compiuti, 20 anni di “autogestione” politica, altri 7 (da confermare in appello e dalla Cassazione) per il processo Ruby. Numeri fortunati che potremmo giocare! Ora l’inventore dell’ex Biscione televisivo (vecchio simbolo di canale 5) è diventato obsoleto, ma riesce ancora a ritagliarsi uno spazio in barba alle sue condanne. Chi è quest’uomo che ha dato una svolta decisiva al modo di fare politica in Italia? Si può definirlo una sorta di Erode Antipa del Transatlantico, di Re Mida delle televisioni, di psicopompo (traghettatore di anime nell’Aldilà) di ambiziose aspiranti alle dirigenze politiche, di eroe sprezzante delle regole. Una escalation di successi durata una vita (quella dell’Italia e degli italiani) e guai giudiziari che han gettato ombre sul suo excursus non proprio esemplare. Non un vero statista, ma un capo carismatico capace di volgere tutto a proprio vantaggio e fascinatore di masse. Lo slogan “Meno male che Silvio c’è” sembra solo un ricordo sbiadito e, al suo posto, la nuova facciata di Berlusconi: Meno male che Silvio c’è e sta con gli anziani! La condanna per Berlusconi sta per tramutarsi in un periodo riabilitativo presso i servizi sociali, dove svolgere attività di assistenza agli anziani disabili. Ma il papà di FI non è forse un anziano? 77 anni, il numero che per la smorfia sta per le gambe delle donne e che per caro nonnetto Silvio è una proiezione erotica. 77 sono la conferma che persino l’Unto sia giunto alla fatidica terza età. Ma per lui non è sufficiente che dai 4 anni avuti per frode fiscale, ne sia rimasto solo 1 grazie all’indulto, non è nemmen bastevole che al posto degli arresti domiciliari possa cavarsela con l’affidamento in prova ai servizi sociali. Neppur gioisce del fatto che i 12 mesi di riabilitazione poco impegnativa (6 ore a settimana) potrebbero diventare 10 e mezzo per buona condotta e che avrà la possibilità di fare ancora campagna elettorale nonostante la condanna. Aveva chiesto già la grazia nella sua ennesima pantomima di vittima della magistratura, ma il vero problema del patron di Mediaset è altrove… è ormai un ex in tutto e di tutto e la più inaccettabile delle umiliazioni è l’addio al giochino di nove settimane e mezzo in favore dei dieci mesi e mezzo come badante dei suoi simili.

Raffaella D’Adderio

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