Carlo Magno, battaglie e amori

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Appunti critici sulla trasmissione di Rai 3

 carlo magno

Sabato Santo, su Rai 3 imperversa quella che secondo me è una soap opera anziché un documentario storico: Carlo Magno, le battaglie e gli amori. Va bene la semplificazine giornalistica ma ciò che ho visto e sentito è scivolato fuori dal seminato, a cominciare dai costumi, dalle armi e dalle bardature dei cavalli che non sono dell’VIII secolo d.C. ma del tardo medioevo.

 

La battaglia di Chiusa San Michele

A proposito delle guerre fra il vincente Carlo Magno e i Longobardi: vogliamo smetterla di considerare storia l’episodio di Chiusa San Michele in Val di Susa, episodio che viene ripetuto tal quale per ben 2 volte in due anni successivi per Pipino il Breve, e poi nello stesso identico modo (compresa la fuga a Ticinum e l’assedio) anche per Carlo Magno? È vero che la storia si ripete, ma è per i grandi cicli storici non per tre volte di fila nei dettagli di una battaglia assolutamente improbabile già per una volta sola, sia per le tempistiche che per la logistica degli spostamenti. Ci si basa, mi sembra, su un anonimo estemporaneo “continuatore” di Fredegario, che scrive parecchi secoli dopo gli eventi, partendo forse da una nota trascritta magari “per sentito dire” dalle Cronache della Novalesa. Questa non può essere storia, neppure nelle semplificazioni giornalistiche. Siamo nel 2014 ed è mai possibile che non si possa fare una valutazione di fattibilità logistica degli spostamenti di un esercito nell’VIII sec. ma con criteri di analisi attuali? Forse perché l’operazione è sconsigliabile in quanto ne dimostrerebbe l’infondatezza.

 

Un pezzetto di mattone? Non c’è!

Passiamo ai dettagli scenografici: con quali fondamenti scientifici è stata fatta la ricostruzione del “compound” imperiale ad Aquisgrana? Non si è trovato, e non si esibisce, neppure un pezzetto di mattone delle fondazioni di questo gran palazzo, un minimo reperto fisico che possa essere utilizzato per dire che c’era, eppure nella Gallia, dove ci sono, si trovano nel sottosuolo vestigia anche romane e guarda caso a Xanten le emergenze archeologiche ci sono ancora, perché c’erano in origine, sono le sotto-fondazioni delle mura del Castra Vetere, accampamento dei legionari romani del tardo impero, originariamente in palizzate di legno poi realizzato in muratura circa nel V sec. Perché lì ci sono persistenze mentre a Bad Aachen neppure un mattoncino, salvo la sfolgorante Cappella? E’ mai possibile che nella capitale del grande sovrano, dov’è il trono sul quale sono stati incoronati tutti gli imperatori da Ottone I in poi, sia tutto scomparso… tranne il trono?

 

Spunta il dio Granno, celtico

Altro “piccolo” appunto: perché a nord delle Alpi i nomi si perdono? Da questa parte Roma si chiama Roma ancor oggi anche se i Cesari hanno passato la mano da tempo; se Aquisgrana in Germania fosse stata la grande capitale del Sacro Romano Impero, perché ha perso il suo importante nome e ripreso il semplice e banale nome di Aquae (Bad Aachen oggi) che le diedero i romani? (è Aquis villa sugli “annales laurissienses maiores”). E, già che ci siamo, perché Aquasgrani è legata al dio celtico Granno del quale si hanno tracce epigrafiche e toponomastiche solo aldiquà delle Alpi, cioè a più di mille km di distanza? E la scena della povera vedova che fugge verso suo padre attraversando le Alpi su un carretto in pieno inverno…

 

Carlo Magno semianalfabeta?

Chi ha scritto i testi fa dichiarare che Carlo Magno era un semianalfabeta: è ridicolo! Sì è vero, firmava anzi siglava appena le pergamene, ma faceva la stessa cosa, nella sua qualità di Capo, di quanto ho fatto anch’io per 20 anni come Direttore e Procuratore di una SpA: a quel tempo siglavo le lettere dettate alla segretaria, riservando la firma per esteso solo ai rogiti notarili e ai contratti importanti, devo considerarmi anch’io un semianalfabeta? Ha mai pensato chi ha scritto una simile sciocchezza, a chi cominciò a 5, 6 anni a maneggiare una spada 3 ore al dì minimo, poi a 40 anni a prendere una penna d’oca con due manacce ipertrofiche a causa dell’esercizio delle armi? Un semianalfabeta prova piacere ad ascoltare eleganti versi in latino quasi classico come quelli di Angilberto?

 

Altri piccoli dettagli…

Una scarsa conoscenza della poliorcetica altomedievale ha contrabbandato assedi tardo medievali per assedi di 500 anni prima: mancavano solo le bombarde! Ma la cosa più abominevole è la scenetta dell’incontro fra cugini ovvero Carlo Magno e Leone III, nulla e nessuno ci ha scritto di cosa avvenne (se avvenne) a Padernum che tutti vogliono Paderborn alla faccia dei 1500 km da Roma, da percorrere in meno di due mesi, valico alpino compreso, da parte di un anziano ferito, debilitato, senza grande scorta e rifornimenti logistici: vogliamo scherzare? Che modi sono questi di fare cultura, propinando tutta una serie di informazioni incontrollate, attingendo pedissequamente da una storia alterata che presenta continue discrepanze nella logistica degli avvenimenti?

Medardo Arduino

 

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