I crociati

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I politici in terra santa

 crociati

La storia è ciclica si sa, proprio per questo molti avvenimenti si ripetono col passare dei secoli. Ciò in cui non credevamo di imbatterci nel 2° millennio è la figura del crociato. A quanto pare i guerrieri che combattono e uccidono i non fedeli in nome di un forte credo (il diniego dei diritti umani) sono ancora tra noi. I politici italiani potremmo definirli i crociati 2.0 non con una croce disegnata sulle vesti, ma responsabili della croce che noi italiani portiamo nelle nostre vite. Sulle loro teste pende la “spada di Damocle” più pesante da che esiste il celebre aneddoto (IV sec a.C.). Del resto si sa che un grande potere comporti rischi e oneri di notevole entità. Ma sprezzanti del pericolo, i nostri governanti di cavalleria hanno deciso di metterci in croce sventolando slogan demagogici, riempiendosi la bocca di “paroloni” di grande efficacia e facendo appello a una compostezza di costume inesistente. Come i crociati del periodo compreso tra l’XI e il XIV secolo che prima spargevano sangue per mantenere alto il credo religioso e poi hanno messo i loro principi al servizio del dio denaro, così oggi i nostri politici affrontano battaglie ferocemente mediatiche al solo scopo di lucrarci. I combattenti odierni hanno purtroppo le caratteristiche di molti di quei crociati senza scrupoli, che annoveravano bifolchi e delinquenti dediti a ruberie e sopraffazioni. I pellegrinaggi armati di allora si possono identificarli con le campagne elettorali fatte oggi a tappeto: disturbano coattivamente il nostro viver quotidiano e sono solo occasioni per affondare le radici di un disegno di più alte e meno nobili pretese. Il termine crociata va anche inteso come campagna contro forme di ingiustizia o per la salvaguardia di diritti universali; una fattispecie che i nostri politici non conoscono. Su di loro sarebbe il caso di metterci una croce sopra… e non per votarli!

Raffaella D’Adderio

 

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