2500 firme per l’ospedale

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Le liste civiche in difesa dei cittadini

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Il confronto sulla dissoluzione dell’Ospedale civile di Macerata, offerto in sacrificio al principio delle “reti cliniche” è aperto. Le liste civiche di Macerata (Comitato Anna Manghi, Macerata e’ nel cuore e la lista Giorgio Ballesi) hanno avviato la raccolta delle firme dei cittadini per opporsi al “totem” delle reti cliniche sul cui altare l’ospedale di Macerata è l’UNICO agnello sacrificale. Non risulta, anche leggendo gli ultimi articoli apparsi sulla stampa, che Pesaro e Ancona stiano favorendo la nascita di un sistema sanitario a rete diffuso sul territorio, mentre la Provincia di Fermo (ente destinato a trasformarsi in un ologramma), addirittura dichiara ai propri cittadini che l’ospedale è un diritto dei fermani a cui essi non rinunceranno mai.

 

La politica svende occhi, orecchie…

In realtà l’unica “rete” che esiste è quella politica o, meglio, del suo sottobosco, che si compone di figure che, pur di non intralciare il corso deciso del PD regionale, di cui fanno parte, sulla sanità, come i dirigenti del PD maceratese, venderebbero anche l’anima al diavolo. Nel caso di Macerata, si sono venduti l’ospedale, per il quale è stato avviato il progetto di smembramento: gli occhi a San Severino, le orecchie a Civitanova, il cuore al gatto, il fegato al cane mentre la testa finisce nelle stanze della Regione Marche. Si tratta di un progetto che nulla ha a che vedere con l’interesse dei cittadini ad una sanità più efficiente ma il cui vero scopo è la “tenuta” politica di alcuni sindaci e presidenti di provincia nei confronti dei rispettivi territori. Quindi, invece di potenziare l’unico ospedale provinciale esistente che continua, pur sotto i continui attacchi dei suoi nemici, ad attrarre più pazienti di tutti gli altri presidi provinciali messi insieme, si decide si spostare le migliaia di pazienti che VOGLIONO venire (e sono venuti) a Macerata per trasferirli, anche contro la loro volontà, presso altre città.

 

2500 firme raccolte

L’unica domanda, non ne servono altre, è la seguente: quale sarebbe il vantaggio per i cittadini, non solo di Macerata, ma anche di Civitanova e San Severino? Non è chiaro che il passo successivo alla smembramento dell’ospedale di Macerata sarà l’impoverimento anche di questi presidii? Davvero pensano i cittadini di SanSeverino e Civitanova che la politica regionale, in futuro, sosterrà i loro ospedali solo perché saranno dotati, l’uno, del reparto di oculistica e l’altro del reparto di otorino? Non hanno capito che, perduto l’ospedale provinciale, in pochi anni saranno tutti ridotti al rango di poliambulatori? I cittadini lo hanno capito e, a Macerata, stanno dimostrando che si può offrire una diversa prospettiva, non per campanilismo, ma per evitare che i cittadini, da soggetti, divengano oggetti. Lo sforzo delle liste civiche per coinvolgere i cittadini sta dando i suoi frutti; nelle ultime due settimane sono state raccolte oltre 2.500 sottoscrizioni, senza alcun appoggio dei partiti tradizionali che aspettano solo che la gente si stanchi di prendere il freddo ai tavoli della raccolta delle sottoscrizioni. Ancora una volta, il degrado della politica sta dimostrando che le città debbono essere prese in mano dai cittadini perché vengano gestite coloro che hanno a cuore la salute di tutti. Le liste civiche di Macerata non hanno referenti a Roma, non hanno il “partito” alle spalle, però sono costituite da cittadini, da quelli che non intendono vendere la sanità per mantenere la propria carica politica. Quindi, l’appello è rivolto anche ai cittadini degli altri paesi della provincia di Macerata: non crediate che dopo il capoluogo non toccherà anche a voi, anzi, più debole sarà Macerata, meno forti saranno tutti.

 

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