Come è cambiata Macerata

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di Fulvia Foti

 corso cavour

Non era così Corso Cavour… le vetrine dei suoi negozi davano l’immagine d’una sobria eleganza ed era piacevole intrattenersi ad ammirarle passeggiando; anche i suoi palazzi sembravano più briosi. Ora, un velo di pacata indifferenza e trascuratezza ha mutato il volto di questa strada. Se poi percorriamo via Mozzi, notiamo che il tempo ha cancellato la semplice spensieratezza che caratterizzava i suoi innumerevoli negozietti, i quali emanavano profumi intensi e gradevoli di vari prodotti artigianali e tante altre piccole curiosità allestite ai bordi delle stradine che rallegravano lo spirito… E viale Don Bosco? Persino gli alberi di questo viale sono meno rigogliosi, sembra si stiano spegnendo. Cosa è accaduto? La crisi? Negli ultimi tre anni è stato un colpo di ghigliottina! Ma, già da tanto tempo prima, un tarlo s’era insinuato e pian piano senza capire come è riuscito a uccidere ciò che palpitava! Macerata è rimasta ferita quando hanno chiuso l’Upim e la Standa; il centro città era più interessante e invitante e molto più frequentato. Le persone, recandovisi per un acquisto, incontravano amici, parenti… erano quasi dei “salotti mondani”. Anche il mercato del mercoledì è privo di un quid che gli ha tolto quella parvenza di spensierata “occasione” che gli abitanti attendevano per una settimana. Vogliamo ricordare come è ignorata via Maffeo Pantaleoni, dove con il sorgere del complesso delle “Spighe” si erano promessi negozi e vari servizi essenziali che tutt’oggi mancano per tutta la zona di Borgo San Giuliano e le sue tante strade e viuzze limitrofe… non si trova neanche un tugurio usato da un “eremitico ciabattino”. Anche il verde dei giardini attorno alla scuola media Enrico Fermi è trascurato, i rami degli alberi escono dalle recinzioni fino a toccare i marciapiedi… Dato che ultimamente poi si è parlato di servizi “porta a porta”, non possiamo certo sperare che a porre rimedio sia Babbo Natale… che con la sua slitta recapiti “porta a porta” la spesa e le altre necessità. Leopardi scrisse… “e naufragar m’è dolce in questo mar”… sì, però di guai!

(Foto Cinzia Zanconi)

 

“Soffio”

di Fulvia Foti

È un soffio / il dono della vita, / e il soffio che l’alimenta. / Il soffio che… / permette al cuore di palpitare; / il soffio, pervade il corpo / donandogli sembianza… / Quel soffio / nutre la mente rendendola / libera di pensare e agire. / Solingo, / par il soffio e fragile… / ma, possiede l’infinito! / Nel soffio c’è… / una simbiosi / con l’universo intero.

 

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