Il piano di protezione civile

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Prevenzione, preallarme e allerta

diga fiastrone 

Il 2 febbraio scorso, presso la sala operativa integrata di Protezione Civile della Provincia di Macerata, il Presidente Antonio Pettinari ha riunito il Comitato provinciale (fanno parte del comitato: Prefettura, Regione Marche, Vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato, Anci, Uncem, Cri, Anpass, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, organizzazioni di volontariato e gruppi comunali di protezione civile, esperti rischio sismico, idraulico e idrogeologico, antropico, incendi boschivi, valanghe) per acquisire il parere di detto comitato nell’ambito del procedimento di approvazione del piano di emergenza provinciale, che deve essere redatto e approvato dall’Ente, relativo al rischio idrogeologico e al rischio dighe; piano che già in precedenza era stato concertato con la Prefettura. Durante la riunione, diga castreccioniinizialmente, è stata esaminata e discussa la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri (riguardante gli indirizzi operativi inerenti le attività di protezione civile nell’ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe: Fiastrone, Polverina, Borgiano, S. Maria, Le grazie, Castreccioni, San Ruffino) e le sue implicazioni nella pianificazione; successivamente è stato presentato il nuovo piano di emergenza redatto dai tecnici del settore difesa del suolo e protezione civile. Il piano riguarda la prevenzione, il preallarme, l’allerta sul prodursi dei vari fenomeni naturali che possono interessare tali strutture.

“in particolare il comitato si è soffermato sui sistemi di allerta per rendere efficaci ed immediate le azioni da porre in essere – commenta Antonio Pettinari – individuando anche il sistema più veloce, più diffuso e più idoneo da utilizzare. Un aspetto soprattutto è stato sollecitato, la migliore organizzazione della gestione degli invasi in caso di forti precipitazioni per evitare e scongiurare il ripetersi dei gravissimi problemi analoghi a quelli registrati nel corso del mese di novembre 2013. Fondamentale, insomma, il coordinamento e la gestione delle responsabilità di tutti coloro che sono coinvolti”.

Acquisito il parere favorevole del Comitato provinciale, il piano passerà all’esame del Cal provinciale (conferenza autonomie locali) per poi essere successivamente e definitivamente approvato dal Consiglio provinciale.

 

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