Corto in Accademia, i premiati

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Marco Mondaini primo premio con

“La Sindrome di Adamo”,

premio tecnico a “Dead Clock”

di Massimiliano De Domeneghi,

il web incorona “Il Pesce Pulitore”

di Luca Esposito

Corto-in-Accademia-Marco-Mondaini 

Si è conclusa con la premiazione di venerdì 22 maggio la prima edizione di Corto in Accademia, il concorso promosso dall’Accademia di Belle Arti di Macerata e rivolto a tutte le Accademie di Belle Arti d’Italia. Dal 19 al 22 maggio sono state centinaia le persone a prendere parte alla giuria demoscopica nella Sala Svoboda di via Berardi, mentre online sono state più di 7000 le visualizzazioni e oltre 3000 i voti espressi sul canale youtube del concorso.

Ad aggiudicarsi il premio “Miglior Corto” Marco Mondaini che ha conquistato il pubblico con il cortometraggio “La Sindrome di Adamo”. “Non me l’aspettavo proprio – ha affermato Marco Mondaini – per me questo è l’ultimo anno di Accademia e essere riuscito a vincere un premio nazionale è un grande riconoscimento.”

Corto-in-Accademia-1La Giuria Tecnica, riunitasi per l’occasione, ha invece premiato il suggestivo“Dead Clock” di Massimiliano De Domeneghi. Secondo classificato “Radio Siani” di Matteo Carruozzo. “Il Pesce Pulitore” di Luca Esposito ha portato a casa il Premio Web.

Ad assistere alla finale anche il filosofo Roberto Mordacci, che ha tenuto una lezione sul rapporto tra cinema e filosofia. “Il cinema è il principale luogo di elaborazione della coscienza contemporanea – ha affermato Mordacci – Quando un film è capace di argomentare può essere trattato come un vero e proprio testo filosofico alla pari di un mito platonico o di una confutazione.” Mordacci ha proseguito illustrando al pubblico i quattro metodi per affrontare filosoficamente la visione di un film: “Il film è sempre un atto già riflessivo che vorrebbe avere la naturalezza della vita autentica. È il tentativo tipicamente umano di provare a vivere riflessivamente”.

L’analisi si è concentrata poi sulla forma espressiva del cortometraggio: “Il cortometraggio funziona come un aforisma: la sua è una densità che va all’essenziale e svela una verità che lo spettatore coglie come autentica, senza bisogno di spiegazioni”.

 

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