L’Orastrana a “Le Cantinette” di Petriolo

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Due doni per i visitatori: “La storia de Pitrió”

e il tamburello marchigiano

 01 L'Orastrana alle Cantinette di Petriolo

L’Orastrana, associazione culturale senza scopi di lucro di stanza a Petriolo (MC), esiste da una ventina d’anni ed è un gruppo performativo e di ricerca che per amore della propria terra è proiettato in un percorso di riscoperta e riappropriazione del suo dialetto e delle sue tradizioni popolari.

In questi ultimi anni l’associazione ha realizzato con lo storico gruppo spontaneo delle tradizioni popolari Pitrió’ mmia una serie di video-dialoghi su tradizioni e storie nella campagna maceratese intitolata “Cóse de ‘na ‘òta” (“cose di una volta” in dialetto, consultabili liberamente su YouTube) e ha organizzato e promosso una serie di seminari sul saltarello marchigiano al modo di Petriolo con gli anziani del gruppo, ultimi depositari di quella antica danza popolare come si eseguiva in antico.

Ha inoltre riportato a Petriolo, in sinergia coi giovani della locale Pro Loco, l’antica tradizione del canto rituale di questua del Cantamaggio.

Dal punto di vista della contaminazione, l’Orastrana è stata protagonista di rare e mirate performance dove il ritorno al dialetto e alle sue fascinazioni è stato miscelato a un percorso musicale prettamente moderno, fatto esclusivamente di improvvisazione estemporanea ed umorale, metafora di una memoria che è cosa viva, di un passato che ha seriamente a che fare con quello che siamo e che non è qualcosa da celebrare con nostalgia per poi dimenticarlo in un angolo.

La squadra, con formazioni diverse, negli anni passati ha dedicato atti unici, mai più replicati, ai grandi poeti dialettali del passato e del presente, alle leggende e alle favole tradizionali, resuscitando in modo del tutto personale i vecchi narratori di scandafàole e i cantastorie agli angoli delle piazze di paese.

 

I doni de “L’Orastrana”

Su invito della locale Pro Loco, l’Orastrana ha preparato per le Cantinette di Petriolo di Macerata due piccoli doni concepiti appositamente per il decennale della festa.

Il primo è la lettura de “La storia de Pitrió’”, poesia in vernacolo composta dal Maestro Giovanni Ginobili (1892 – 1973), insigne petriolese e grande folklorista marchigiano, nonché poeta dialettale.

Il lungo componimento compare nell’introvabile volume “‘Ccando l’arola”, uscito tra il 1953 e il 1954 con una pregevole prefazione del grande filologo Giovanni Crocioni (1870-1954).

Il Crocioni descrive il poema come “una storia di glorie paesane e di leggende” che il Poeta immagina raccontata di fronte al camino in una notte di novembre da un abile narratore di scandafàole.

La poesia sarà letta da Carlo Natali e verrà arricchita dalle improvvisazioni estemporanee di Mauro Rocchi ai bassi elettrici e di Ugo Nooz Torresi alla strumentazione elettronica.

02 Ugo Nooz Torresi

L’appuntamento è in via Marco Martello presso la sede della Associazione Combattenti e Reduci, dove un tempo esisteva l’antico Ospedale Civile del paese, antica istituzione medioevale sopravvissuta fino alla fine degli anni cinquanta del XX secolo, per venerdì 6 novembre 2015 alle ore 18.30, con replica alle 21.30, dopo di che la performance non sarà mai più ripetuta.

Lo happening sarà realizzato con la collaborazione tecnica del locale Museo delle Macchine Parlanti.

Nel corso della festa delle Cantinette, inoltre, nello stesso luogo sarà possibile ammirare una mostra delle ultimissime opere dell’illustratore maceratese Nooz dal titolo “Ripensaci alle Cantinette”, naturale evoluzione della precedente mostra “Ripensaci” di Ripe San Ginesio.

La filosofia dell’artista, quanto mai affine a quella dell’Orastrana, è quella di porsi al di fuori delle distrazioni di una innovazione distruttiva e di prendere ciò che è stato indelebile per poter immaginare e disegnare il futuro.

 

Il tamburello marchigiano

Il secondo dono affonda le mani nella tradizione popolare più pura e riguarda il tamburello marchigiano.

03 Incontro sul tamburello marchigiano

Alle origini della musica popolare – arte aggregativa per antonomasia, legata in modo indissolubile al concetto di collettività – c’è lo strumento a percussione, dacché prima venne il ritmo, poi l’armonia.

Ricorda l’amico e ispiratore Roberto Lucanero nel suo imprescindibile saggio “Il ballo delle fate. Divagazioni sul motivo del Saltarello Marchigiano” che nella Marca la leggenda vuole che la danza popolare per eccellenza, il saltarello, sia stata ideata dalle fate sul monte della Sibilla, al ritmo dei loro zoccoli di legno di fico, la percussione primordiale.

Dalla pelle di capra poi le fate costruirono il primo esemplare dello strumento sciamanico per antonomasia, quel tamburello che fino a ieri nelle campagne marchigiane era suonato ancora dalle donne di casa, spesso la più anziana, la matriarca, che percuotendolo cantava e sanciva l’inizio del ballo.

Uscito dal mito costruito sopra origini remotissime, il tamburello è arrivato fino a noi pressoché inalterato.

Nel corso dell’ultimo secolo, mentre le secolari tradizioni popolari svanivano dal ricordo della gente e contemporaneamente erano sempre più oggetto di interesse e di studio da parte del mondo colto, il tamburello marchigiano è stato poco o nulla oggetto di ricerche sistematiche.

Questo ha dato a qualche conoscitore per sentito dire, in qualche raro caso, l’occasione di improvvisare asserzioni peregrine e teorie sminuenti, del tutto fuori da una realtà delle cose assai più articolata.

Per questo a Petriolo abbiamo voluto dare un piccolo ma sostanziale apporto all’argomento, per noi prezioso, invitando a confrontarsi e a parlare pubblicamente sia gli ultimi depositari delle particolari tecniche marchigiane di realizzazione del tamburello che le ultime generazioni di costruttori e di ricercatori sul territorio.

Per questo Stefano Amici da Monte San Vito (AN), Danilo Donninelli da Belvedere Ostrense (AN), Olivo Giacchetti da Filottrano (AN), Andrea Liberati da Matelica (MC), Marco Meo da Caldarola (MC) e Matteo Pirro da Fermo (FM) converranno a Petriolo, paese natale di Giovanni Ginobili, padre nobile della moderna ricerca sulle tradizioni popolari marchigiane.

Durante l’incontro saranno esposti pezzi originali e d’epoca.

L’incontro, a cura dell’Associazione l’Orastrana, della Pro Petriolo 2000 e del Comune di Petriolo, si terrà presso il Teatro Comunale domenica 8 novembre 2015 alle ore 17.00.

L’ingresso a tutti gli eventi è ovviamente libero.

 

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