Per un vaccino 5 anni di sofferenze

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Articolo scritto nel lontano luglio del 2006…

e siamo ancora a questo livello

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Il 5 febbraio del 2001 nasce Lorenzo, un bel bambino di poco più di tre chili, che cresce bene circondato dall’affetto dei genitori. Poi gli viene inoculato un vaccino esavalente e 10 giorni dopo ha la prima crisi che viene scambiata per un colpo di calore. Inizia l’odissea di una famiglia. Il 25 maggio c’è il ricovero ospedaliero, primo di una serie infinita, e Lorenzo resterà al Salesi di Ancona per 106 giorni: è encefalopatia farmacoresistente che più tardi sarà certificata dal “Bambin Gesù” di Roma come acquisita per vaccinazione. Saranno convulsioni, battito cardiaco fino a 200 pulsazioni al minuto e tante crisi, anche 150/200 al giorno. La vita della famiglia Taruschio si adatta al male, ci si organizza a tempo pieno in funzione di Lorenzo: ossigeno, aspiratore, pronto intervento medico, farmaci, attrezzatura riabilitativa oggi donata all’Anffas. Poi, il 12 maggio 2006, a soli 5 anni di età, la fine e un vuoto infinito nel cuore dei genitori e in quella casa. Nel frattempo quel vaccino è stato tolto dalla circolazione. Oggi babbo Enrico ha iniziato una battaglia in nome di Lorenzo, per far sì che altri bambini e altre famiglie non abbiano a soffrire: “Che questa carneficina abbia fine. Quanti bambini muoiono per la vaccinazione? Perché non fare preventivamente al neonato uno screening (analisi a basso costo) per valutare se è il caso di vaccinare al momento o di farlo più tardi? – e continua – Vorrei portare intorno a un tavolo, senza accusare nessuno, le case farmaceutiche produttrici dei vaccini, le associazioni interessate e l’Istituto Superiore di Sanità per risolvere il problema”. Chiediamo: “Con i medici, come vi siete trovati?” Risponde: “L’approccio umano del medico è fondamentale, c’è stato chi ci ha detto che avrebbe fatto il possibile senza poter promettere il miracolo, data la gravità del male. Ma c’è chi ci ha anche augurato che la vicenda fosse finita presto per consentirci di riprendere una nuova vita”. Purtroppo l’esistenza di Enrico e di sua moglie è ormai segnata per sempre: “C’è timore di dare la vita a un altro figlio, anche perché abbiamo talmente amato Lorenzo che sarà per noi difficile, se non impossibile, portare lo stesso amore a un’altra creatura”. Ora Enrico vuol vedere chiaro nel mondo delle vaccinazioni e si è rivolto a uno specialista, l’avvocato Marcello Stanca di Firenze e sta cominciando a sbattere contro un muro di gomma: “Nessuno vuole parlare apertamente del problema e del modo di fare sanità in Italia!”

Fernando Pallocchini, luglio 2006

 

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