Il rosso fiore della violenza XXI puntata

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Il giorno dopo lo scoppio della bomba, il Commissario Sirtori, capo della Polizia Politica della città di S., si presentò a casa dell’Avvocato.“Vorrei vedere la signorina Angela, per favore”. Disse presentandosi alla Tata. “Si  ccomodi nello studio”. E corse via difilata. “Gesù, Gesù, indovina, piccola mia, chi c’è di là?” Disse, entrando, tutta spaventata. “Chi c’è?” – “Un Commissario di Polizia!” Angela ebbe un tuffo al cuore. Comprese che, da quel momento in poi, la sua libertà dipendeva dalla sua capacità di simulazione. Inspirò profondamente e si avviò verso lo studio. “Buon giorno, signorina. Sono il Commissario Sirtori. Lei avrà certamente capito perché sono qui”. – “Buon giorno a lei, Signor Commissario. Sì, credo di capire, ma che c’entro io con quel vile attentato?” – “ Signorina, mi perdoni, ma è dovere nostro indagare su tutte le persone che ieri sono entrate nello studio di suo padre e, purtroppo, ieri c’è stata anche lei. “È vero, ma non credo sia un delitto per una figlia andare a trovare il proprio genitore nel suo studio”. – “Quando non scoppiano bombe, certamente no”. – “Commissario, come si permette! Respingo la sua insinuazione! Se lei è venuto qui con la intenzione di offendermi, può anche andarsene!” – “Si calmi, signorina, non è mia intenzione offenderla! Svolgo il mio lavoro ed è mio dovere, come le ho già detto, valutare tutte le eventualità possibili, anche quella che possa essere stata lei  a mettere quella bomba”. – “È pazzesco ciò che lei insinua! Quale interesse avrei avuto a far saltar per aria lo studio di mio padre?” – “Interesse politico: di questi tempi, in cui sono stati azzerati i rapporti interfamiliari, uno scontro ideologico tra padre e figlio può anche essere la causa  dello scoppio di una bombetta dimostrativa nello studio d’un ex repubblichino di Salò”. – “Politica, politica e che c’entro io con la politica?” – “Signorina, non ci faccia così stupidi, noi siamo molto addentro alle mene politiche di ogni colore. Sappiamo che lei frequenta persone da noi schedate come membri di organizzazioni extraparlamentari di sinistra”. – “Politica e ancora politica e, per giunta, di estrema sinistra. Io frequento pochissime persone con le quali vado in qualche ristorante o in qualche discoteca per ballare e per mangiare e non per far politica, come lei sta insinuando”. – “Già, si balla, si fuma la marijuana e si gioca a preparare qualche attentato”. – “Ma scusi, Commissario, se lei è così convinto di ciò che dice, perché non li ha mai arrestati codesti presunti extra-parlamentari?”  –  “Cara  signorina,  ora a fare  i  terroristi sono i figli di papà che in questo passatempo pericoloso trovano gran sollazzo. E siccome i figli di papà oggi, co-me sempre d’altronde, non si possono toccare, essi per noi sono off limits. Se ne accorgeranno, se ne accorgeranno tutti questi bravi papà! Mi scusi, per ora tolgo il disturbo, ma stia pur certa che, se ci saranno novità, mi rivedrà presto!” – “Faccia come vuole, ma le assicuro che sta perdendo il suo tempo”. – “Sarà come dice lei. Intanto buon giorno”. Angela chiuse con violenza la porta di casa alle spalle dell’uomo e subito dopo scoppiò in un pianto dirotto. “ – “O mio Dio, cos’hai piccola mia, che ti ha fatto quel bruto!” Esclamò la Tata spaventatissima. “Niente, niente, lasciami in pace!” – “Come niente, allora perché piangi?” – “Ha insinuato che la bomba l’ho messa io!” – “Ma è impazzito quel poliziotto!? Che gli salta in mente! Gesù. Gesù ma che mondo è mai questo, se si sospetta una figlia, una povera bambina, per un fattaccio come questo?” All’ora di pranzo l’avvocato fu informato di tutto e si commosse alle false lacrime della figlia. Uscì di corsa e si presentò al commissariato dove chiese del Dottor Sirtori. Appena introdotto nel suo ufficio, cominciò a urlare: “Commissario, le proibisco d’importunare mia figlia con le sue assurde insinuazioni. La prossima volta si munisca di regolare mandato giudiziario prima di metter piede nella mia casa e non si azzardi ad interrogarla in mia assenza, se non vuole passare un brutto quarto d’ora!” – “Si calmi, avvocato e moderi il suo linguaggio: minacciare un pubblico ufficiale nell’esercizio del suo dovere, è un reato! Sono convinto che lei conosca molto bene questa parte del codice. Io ho il dovere di vagliare ogni indizio: purtroppo sua figlia è stata l’ultima persona a entrare nel suo studio!” – “E questo per lei equivale a un sospetto?” – “Aggiunto ad altri elementi, sì”. – “Di quali altri elementi insinua?” – “Sua figlia frequenta personaggi dell’estrema sinistra”. – “Personaggi dell’estrema sinistra!? Mia figlia!?” – “Già! Vedo che lei cade dalle nuvole, ma oggi quanti padri sanno realmente cosa fanno e chi frequentano i  propri figli, nel tempo libero?” – “Ammettiamolo pure: ciò per lei significa che la bomba l’ha collocato senza alcun dubbio, mia figlia? Che siccome frequenta personaggi politicamente sospetti, mia figlia per lei è sicuramente una terrorista?” – “Non dico questo, ma converrà con me che ciò è un dato da vagliare e anche attentamente, tenendo  in seria considerazione gli scopi che oggi si prefiggono codesti terroristi: non so se ha sentito parlare di quel filosofo contemporaneo che va predicando di dar inizio alla rivoluzione universale, ammazzando per primi i propri genitori”. “Sono stronzate, codeste!” – “Avvocato oggi i giovani sono disponibili a digerire anche simili stronzate, come le chiama lei. E non è per giunta nemmeno tutta colpa loro, visto ciò che gli adulti vanno già da tempo digerendo”. L’avvocato uscì dal Commissariato, depresso e sconfortato. “Brigadiere, metti tre uomini dietro Angela Barilatti: che la pedinino ventiquattrore su ventiquattro!” – “Sarà fatto, signor Commissario!”                                                    

continua

 

 

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