L’autore risponde

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Alcune parole dello scritto di Ninì de Quinto, pubblicato nello scorso numero de La rucola, hanno stimolato la curiosità di alcuni lettori. L’autore spiega… interessante!

 

Grugnata

In campagna le donne indossavano sopra il vestito un grembiule (parannanza, sparò, ogni zona ha la sua definizione). Quando andavano per campi a raccogliere la verdura da cuocere, la riponevano in questo grembiule: ne prendevano gli angoli bassi, li tiravano in alto e li arrotolavano intorno alla cintura per farne una sacca. Mentre raccoglievano la cicoria la pulivano per poi inserirla nella sacca. Quando questa era piena si diceva che la donna aveva raccolto una “grugnata” di verdura. In campagna la cicoria è detta “grugni”, per cui la grugnata è la quantità di grugni contenuti nel grembiule. Invece per la raccolta di patate gli spigoli del grembiule venivano tenuti con una mano mentre con l’altra si raccoglievano le patate e si inserivano nella sacca, formata con la mano e non arrotolata nella cinta.

 

Giummelle o giumelle

La giummella (detta anche giumella o jumella) era quella quantità di ceci, o di altro prodotto, contenuto nella “ciotola” formata accostando il dito mignolo di una mano all’altra, con le dita che si sovrappongono e si racchiudono a formare una conca.

 

Cotta

In campagna, ove non c’era tempo da perdere, le donne mettevano nella cuccuma (oggetto da cucina in rame fatto a forma di grossa cipolla in basso, e con un collo alto dal diametro di sette, otto centimetri. Questa cuccuma veniva riempita di fagioli o di ceci fino a una certa altezza, lasciando però un vuoto di una decina di centimetri sopra i legumi; si riempiva di acqua fino all’orla superiore e sopra si metteva  il coperchio realizzato a forma di cappello. Solitamente nelle case c’era sempre il focolare acceso, con la brace che poi sarebbe servita per cucinare i cibi. La cuccuma veniva accostata alla brace in maniera che ciò che vi era contenuto cuocesse a tempo a tempo, lentamente. Quando la vergara tornava dal lavoro nei campi trovava che i legumi messi dentro la cuccuma erano cotti, buoni e pronti per essere mangiati. La quantità di legumi contenuti nella cuccuma era detta “la cotta”.   

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