Il “No” al referendum in un bell’articolo

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L’epoca in cui viviamo è alquanto differente da ogni altra era, tanto da mettere in discussione l’andamento ciclico della storia stessa. “I corsi e ricorsi storici” sembrano perdere di significato e la centralità dell’essere umano sembra non avere più ragione di esistere in una società troppo impegnata alla celebrazione dell’apparire piuttosto che dell’essere. La politica incarna sempre più questa filosofia di vita e amplificandone i caratteri ne diviene la massima espressione. Ecco allora che gli scontri politici non sono più sulle idee, bensì sui politicanti di turno spesso sedicenti opinion leader; il dibattito politico non si svolge più nelle piazze ma in “non luoghi” come la televisione, i giornali, i social network che di fatto diventano le moderne “agorà”. In questo panorama generale poco rassicurante, preludio di una deriva qualunquista, gli italiani sono chiamati a fare una scelta epocale con la stessa distratta noncuranza con la quale si potrebbe scegliere una pietanza dal menù di una pizzeria. Vuoi una “margherita” o una “capricciosa”?

È proprio questa la modalità con la quale si è innescato il dibattito politico sul Referendum Costituzionale sul quale ad ottobre siamo chiamati a esprimerci: Vota SI se vuoi che Renzi resti al governo, vota NO se vuoi che se ne vada. Molti non percepiscono l’importanza della scelta e limitano le loro opzioni alla scelta personalistica in favore o contro il Presidente del Consiglio.

Onestamente sapete cosa vi dico? Ma chi se ne frega di Renzi! Prima di tutto vorrei che ognuno di noi riflettesse sui contenuti della riforma, è indispensabile procedere a una analisi prima di arrivare ad una sintesi e quindi scegliere quello che si ritiene più giusto, purtroppo nessuno ci agevola la conoscenza degli argomenti. “Azione in Movimento” ha una propria visione in merito e vorrebbe aiutarvi in qualche modo a dare corpo a una vostra opinione, affinché possiate orientare la vostra scelta sulla base di elementi concreti.

La Riforma Costituzionale del governo Renzi non supera il bicameralismo, ma anzi lo rende più confuso e crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e nuovo Senato; non produce semplificazione, ma anzi moltiplica fino a dieci i procedimenti legislativi e incrementa la confusione; non diminuisce i costi della politica, ma solo i costi del Senato che sono ridotti di un quinto e se il problema sono i costi perché non dimezzare i deputati della Camera?; non è una riforma innovativa, ma conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari; non amplia la partecipazione diretta da parte dei cittadini, infatti triplica da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare; non è una riforma chiara e comprensibile, ma è scritta proprio in modo da non essere compresa; non è una riforma legittima, perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale; non è il frutto della volontà autonoma del parlamento, perché è stata scritta sotto dettatura del governo e sotto il ricatto dei voti di fiducia; non garantisce la sovranità popolare, perché insieme con la nuova legge elettorale (Italicum) già approvata espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri; non garantisce l’equilibrio tra i poteri costituzionali, perché mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio.

Alla luce di quanto esposto è chiaro che la priorità per tutti gli italiani dovrà essere quella di salvaguardare la democrazia oggi, e garantire la propria libera voce domani.

Come avrete ben capito questa è una riforma che non riduce i costi, non migliora la qualità dell’iter legislativo, ma scippa la sovranità dalle mani del popolo.

Azione in Movimento dice NO allo scempio della Costituzione attuato attraverso una riforma che sottrae poteri ai cittadini e mortifica il Parlamento!

Diciamo NO alla legge oltraggio che, calpestando la volontà del corpo elettorale, instaura un regime politico fondato sul governo del partito unico!

Dopo aver compreso che questo Referendum è fondamentale per il permanere di una democrazia reale e non di uno squallido surrogato, possiamo anche prendere in considerazione l’opportunità di mandare a casa gli artefici di questo tentativo di istituire un “regime soft” votando NO, sperando che almeno stavolta mantengano la promessa e vadano tutti a casa.

Eraldo Mosconi, Presidente di “Azione in Movimento”

15 giugno 2016

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