Francia e Gallia all’epoca di Carlo Magno

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È comunemente accettata dagli esperti la tesi secondo cui il termine “Francia” venne usato per la prima volta nella “Chanson de Roland”, poco dopo l’anno 1000, una canzone medievale che narra le gesta del periodo carolingio, e in forma ufficiale il termine “Francia” compare nell’anno 1190, quando Filippo Augusto iniziò a essere denominato, nei documenti, con la formula di rex Franciae invece di rex Francorum. In realtà, il toponimo “Francia” appare nella “Vita Karoli”, di Eginardo, storico e biografo di Carlo Magno, che scrisse le gesta del grande imperatore poco dopo la sua morte. Nella traduzione realizzata da “Vita di Carlo Magno” a cura di Valerio Marucci – Salerno Editrice, Eginardo inizia il suo racconto parlando di Hilderico re dei Merovingi, che fu torturato e rinchiuso in un convento da papa Stefano. Spiega che il re già da tempo non aveva più potere; il prefetto reale decideva per lui. Racconta Eginardo che il re viveva in una misera casa di campagna e ogni volta che doveva andare alle adunanze pubbliche si spostava con “un carro da campagna tratto da buoi aggiogati, alla guida di un bovaro, secondo l’uso dei contadini”. Il ruolo di prefetto quando Hilderico fu deposto era tenuto da Pipino, padre di re Carlo come fosse un titolo ereditario. E, in effetti, spiega Eginardo che questo titolo successivamente andò a Carlo Magno figlio di Pipino. Il passaggio successivo nella  “Vita Karoli” di Eginardo, merita particolare attenzione, infatti egli fa una netta distinzione fra i termini Francia e Gallia: di seguito il testo originale in latino. con la traduzione:

“Quo officio tum, cum Hildricus deponebatur, Pipinus pater Karoli regis iam velut hereditario fungebatur. Nam pater eius Karolus qui tyrannos per totam Franciam dominatum sibi vindicantes oppressit et Sarracenos Galliam occupare temptantes duobus magnis proeliis uno in Aquitania apud Pictavium civitatem, altero iuxta Narbonam apud Birram fluvium, ita devicit, ut in Hispaniam eos redire conpelleret, eundem magistratum a patre Pippino sibi dimissum egregie administravit. Qui honor non aliis a populo dari consueverat quam his qui et claritate generis et opum amplitudine ceteris eminebant”.

 

Questo ruolo di prefetto, quando Hilderico fu deposto, era tenuto da Pipino, padre del re Carlo, come fosse un titolo ereditario. Infatti suo padre Carlo (ndr: Carlo Martello) – che schiacciò i tiranni che aspiravano al dominio di tutta la Francia e sconfisse i Saraceni, che tentarono di occupa­re la Gallia, in due grandi combattimenti, uno in Aquitania, presso la città di Poitou, il secondo presso Narbona e il fiume Berre, cosicché li costrinse a ritornare in Spa­gna – tenne egregiamente quella carica lasciatagli dal padre Pipino (ndr: Pipino di Heristal). Questa responsabilità onorifica si affida­va da parte del popolo soltanto a coloro che risaltavano sugli altri per nobiltà di stirpe e per ampiezza di mezzi finanziari”.

In questo passaggio della “Vita Karoli” due sono le considerazioni da fare:

1) Eginardo usa il toponimo Francia, senza dare ulteriori spiegazioni, dando per scontato che il lettore sappia già dove sia la Francia; pertanto all’epoca di Carlo Magno questo termine era comunemente accettato. Dobbiamo quindi retrodatare l’uso del nome “ Francia” di almeno 200 anni.

2) Eginardo fa una netta distinzione tra la Francia e la Gallia. Infatti egli parla di “tiranni” che aspiravano al dominio di tutta la Francia, e nello stesso contesto fa una netta distinzione con i Saraceni “che tentarono di occupare la Gallia”.

 

Mi auguro che alla luce di queste nuove considerazioni gli studiosi competenti possano approfondire l’argomento e portare ulteriori conoscenze.

11 luglio 2016

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