Report da Penna San Giovanni

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A quattro chilometri da Penna San Giovanni c’è la frazione Villa Pilotti, abitata da poche decine di persone attaccatissime alla loro collina e soprattutto al monumento che la identifica: la chiesa di San Giuseppe. Ci accompagna un signore che ha vissuto la sua infanzia a Penna San Giovanni, e in questa chiesa ha ricevuto la prima Comunione e la Cresima, addolorato per le notizie relative allo stato della struttura. All’origine una cappella rurale, dopo varie vicissitudini e passaggi di proprietà alla fine del 1800 è nelle mani della signora Luigia Fabozzi, che decide di ricostruirla e fare di Villa Pilotti il centro aziendale e religioso delle colonie della sua tenuta. La chiesa, stagliata contro i Sibillini, ha un forte impatto visivo. Inaugurata il 30 settembre 1903, è una interpretazione goticheggiante delle tendenze dei primi del ‘900, risultato dell’estro di molti artisti marchigiani di spicco all’epoca, ingegneri, architetti, pittori, fabbri, scultori, ceramisti, capomastri, che parteciparono al progetto e al decoro dell’edificio. Particolarità di questa chiesa sono le decorazioni, gli altari e le statue, il tutto realizzato in cotto. Il valore della chiesa non è quindi strettamente storico, ma piuttosto memoria storica della comunità locale, che ora si trova in apprensione per i danni forse irreparabili causati dal terremoto dei giorni scorsi: facciata e campanile necessitano di immediata messa in sicurezza perché rischiano un crollo disastroso dovesse arrivare una scossa di magnitudo appena più elevata.

Simonetta Borgiani

29 agosto 2016

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