“Mi raccomando, con garbo!”

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Nel tardo pomeriggio di una calda giornata estiva del 1902 tornava da Montegiorgio a Montolmo, con il proprio calessino trainato dal vecchio cavallo di casa, sor Checco Teofani, reduce da una gara regionale di tiro a segno. Sul sedile sor Checco aveva appoggiato, accanto a sé, il trofeo vinto e il fucile. Provato dal caldo e dalla stanchezza il viaggiatore, fiducioso nel vecchio cavallo che ben conosceva la strada del ritorno alla propria stalla, si appisolò beato. Giunto alla periferia di Montolmo, nei pressi di Sant’Anna il calessino prese una buca più profonda delle altre e il sobbalzo fece cadere sul pavimento del calesse l’arma che lasciò partire un colpo. Il proiettile, diretto verso l’alto, sfiorò la testa di sor Checco strappandogli l’orecchio destro! Accorse il vicinato che prestò i primi aiuti e, riconoscendo lo sventurato, cercarono di rincuorarlo per poi accompagnarlo all’ospedale. Tra i presenti c’era Mariano, contadino del sor Checco, che venne incaricato di avvertire dell’accaduto la moglie del suo padrone, la sora Nicoletta. “Con garbo e senza spaventarla!” tutti gli raccomandarono. Il contadino si diresse a perdifiato verso il paese e mentre correva cercava di trovare le parole più adatte per dare la notizia. Entrò trafelato in casa Teofani e si trovò innanzi la sora Nicoletta che, stupita di vederlo così ansante e stravolto, gli chiese: “Ma che succede..?” e Mariano, che non ricordava più la frase che aveva preparato, buttò là: “Patrona… non te ‘mbressionà’… la recchja… la recchja de lu patrò’! La simo cercata tando… ma no’ la simo pututa ttroà’!” 

 20 settembre 2016

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