Quando a Macerata accadevano i miracoli

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Poche sono le città che possono vantare tanti ricordi eucaristici come Macerata. Il primo, e il più importante, è una piccola tovaglia di altare, chiamata “Corporale”, ove sono ancora visibili gocce di Sangue di Nostro Signore. Ecco la sua storia. Il 25 aprile 1356, un sacerdote stava celebrando la Santa Messa quando, giunto all’atto di spezzare l’Ostia consacrata, fu preso dal dubbio intorno alla presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia; l’Ostia allora cominciò a stillare vivo sangue che, a causa del tremito delle mani del sacerdote, cadde, oltre che nel calice, anche nel sottoposto Corporale. Terminato il Divin Sacrificio, il sacerdote corse a dare notizia dell’accaduto al Vescovo Nicolò da San Martino, il quale ordinò che il prezioso Corporale venisse portato in Cattedrale. Di questo miracolo veramente straordinario, avvenuto 93 anni dopo quello di Bolsena che determinò il Papa Urbano IV a istituire la festa del Corpus Domini, e quasi nelle medesime circostanze, si hanno i seguenti documenti: 1) la tela e la forma del Corporale, attribuite dai componenti del secolo XIV; 2) una piccola pergamena cucita nel medesimo corporale, nella quale in caratteri gotici, riconosciuti dal professor Zdekauer, insegnante di paleografia nell’Università di Macerata, del secolo suddetto, sono scritte le seguenti parole: Heic fuit aspersio sanguinis D.N.I.C. de calicedie XXV mensis aprilis anno Domini MCCCLVI; vari documenti di archivio, ecclesiastici e civili. Purtroppo però, a causa di una lacuna nei libri delle Riformanze del Comune di Macerata, che si estende dal 1298 al 1372, non si hanno documento coevi per testimoniare il fatto. Certamente però alcuni documenti dove-vano ancora esistere nella metà del ‘700, ai tempi cioè del grande  storico Ignazio Compagnoni, il quale, narrando nel tomo IV dei suoi Manoscritti il miracolo, così conclude: Acta Ecclesiae Maceratensis hoc testantur. Attualmente però nell’Archivio della Curia non esistono più tali documenti. Il primo che si conserva risale al 1647, nel quale anno, al 10 agosto, Orazio Longhi, già gentiluomo del Cardinale Centini, donò alla Cattedrale una piccola urna, ornata di argento e di cristalli di monte, per custodirvi il prezioso tesoro. L’urna era chiusa a due chiavi, tenute una dal Capitolo, l’altra dai Magistrati della Città, e si conservava nella Cappella dell’Immacolata, di patronato dei Berardi, accanto all’insigne reliquia del Braccio di San Giuliano. Ogni anno, nella prima domenica dopo Pentecoste, il Corporale veniva portato solennemente in processione per le vie della Città. Se ne ha un documento importante nel 1649, quando, al 14 luglio, il Vescovo Monsignor Silvestri, emanò un editto col quale ordinava che la processione in onore del Corporale venisse fatta con la più grande solennità acciò tanta reliquia sia venerata con la maggiore devozione che si conviene. Dal contesto dell’editto si rileva poi che tale processione si celebrava da molto tempo, col concorso di tutto il clero e del popolo. A questo proposito si ha una significativa affermazione dello storico Ferdinando Ughelli, il quale, nel secondo volume della sua “Italia sacra”, ricorda che il Corporale era portato in solenne processione per la città, chiuso in un’urna di cristalli e d’argento, con il concorso di tutto il Piceno. Queste ultime parole, scritte nella prima metà del secolo XVII da uno storico non maceratese, mostrano ad evidenza l’importanza della Reliquia e la grande venerazione che riscuoteva non solo dai Maceratesi ma da tutti i Marchigiani. La processione ha avuto luogo fino al 1807, quando da Napoleone furono soppresse tutte le Confraternite e proibite, di conseguenza, le processioni. Purtroppo, poi, il culto verso il Corporale si affievolì e la preziosa Reliquia fu quasi dimenticata in un armadio dell’altare delle Reliquie della Cattedrale, fino al 1932, quando l’Arcidiacono Monsignor Scarponi la espose nuovamente alla venerazione dei fedeli e la collocò sotto l’altare della nuova Cappella del Sacramento, racchiusa in un ornato di legno dorato. Nel 1952 il dottor Andrea Lazzarini, redattore dell’Osservatore Romano, ha pubblicato un interessante studio sul miracoloso Corporale di Macerata, dimostrandone l’autenticità attraverso un rigoroso esame critico dei documenti.

08 febbraio 2017  

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