La storia vera di Banca delle Marche – VI puntata

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L’espansione degli anni ‘50 e ‘60

L’espansione territoriale prosegue con l’apertura degli sportelli di Gualdo (1956), di Castel San Pietro di San Severino Marche e di Camporotondo di Fiastrone (1957), della seconda agenzia di città in Macerata (1960), in via della Nana prima e in corso Cairoli successivamente e di Passo di Treia (1962). Nel 1958 è assorbito il Monte di credito su pegno di Macerata, nato nel 1468 per iniziativa di san Giacomo della Marca, la cui sede si trovava in via Padre Matteo Ricci, sotto la Cassa di risparmio, in un palazzo ancor oggi contrassegnato dallo stemma comunale. Il 1° luglio 1961 viene introdotta la cosiddetta “settimana corta”, con orario di lavoro ripartito su cinque giorni e si istituisce un premio di anzianità, corrispondente a una mensilità di stipendio, per i dipendenti che raggiungono venticinque anni di servizio. Nel 1965 entra in funzione il nuovo centro elettronico a nastri magnetici, che sostituisce il vecchio centro elettro-contabile, e l’anno seguente inizia anche la meccanizzazione degli sportelli e dei servizi offerti alla clientela. Nel 1964, intanto, il direttore generale Osvaldo Ortenzi, posto in quiescenza, viene sostituto da Pietro Fontana, che purtroppo muore poco dopo nel 1966; la carica viene ricoperta, come facente funzione, dal vicedirettore Emilio Fiore, finché nel 1969 viene nominato Alfeo Chisci. Nel 1969, non avendo potuto celebrare il centenario a causa della guerra, la Cassa festeggia il CXXV anniversario della sua fondazione, facendo ovviamente riferimento alla Cassa di Camerino, prima nata tra tutte quelle che hanno dato vita alla Cassa provinciale. Numerosissimi gli intervenuti per questa cerimonia, solennizzata dalla pubblicazione della storia dell’azienda, a cura del professor Dante Cecchi, e dal conio di una medaglia commemorativa, in oro, argento e bronzo, data anche a tutti i dipendenti in servizio in quel momento. Si parla anche, forse non per la prima volta, di una Cassa di risparmio regionale, oggetto di un convegno di studi e di un volume di atti; interessante a tal proposito la conclusione della relazione del presidente Marino Cingolani: “Non che nutriamo soverchie illusioni sulla possibilità di raggiungere un tale obiettivo entro breve termine. Ribadiamo solamente l’improcrastinabile necessità di porre la questione sul tappeto, e questo perché è nostra profonda convinzione che solo con la creazione della Cassa di risparmio della regione marchigiana si riuscirà a risolvere stabilmente l’insieme di problemi e strozzature che attualmente assillano il nostro, come altri istituti che si trovano nelle medesime condizioni”.

cassa risp treia 1

Parole profetiche, ma passeranno 25 anni prima che si possa realizzare qualcosa che a tale obiettivo assomiglia, sia pure con caratteristiche diverse e finalità assai più limitate. La struttura aziendale ricalca ancora quella originaria e i settori della direzione generale sono tre, i cui responsabili, anche in futuro, unici manterranno un nome proprio: il segretario generale, da cui dipende tutta l’attività bancaria, il ragioniere capo, che ha l’onere della sistemazione contabile dell’attività aziendale, e infine l’ispettore capo, con la responsabilità dei controlli interni. Nel 1964, morto improvvisamente il segretario generale, Giordano Bruno Capodaglio, che ricopriva anche l’incarico di presidente dell’Associazione dei dipendenti, la struttura aziendale, sotto l’impulso del direttore generale Fontana, inizia ad assumere una struttura più complessa, moderna ed efficiente, con la creazione di nuovi settori autonomi (crediti, organizzazione, sviluppo, legale, ecc.) in gran parte derivanti dallo scorporo di attività fino ad allora facenti capo alla segreteria generale.

20 febbraio 2017

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