La storia vera di Banca delle Marche – VII puntata

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La Cassa maceratese all’apice del successo

Dopo una breve diarchia con il Rag. Cesare Lancellotti, fino al suo pensionamento, il nuovo unico segretario generale è l’avv. Arnaldo Marconi (in foto), già collaboratore di Capodaglio e sindaco di Macerata per due mandati dal 1957 al 1964, da cui dipende anche la gestione del personale. Nel 1968 la sede secondaria di Roma, che da pochi anni è stata trasferita nei nuovi locali di via della Colonna Antonina, viene elevata al rango di sede principale, con conseguente modificazione della composizione del Consiglio di amministrazione e dell’assemblea dei soci. L’azienda continua a espandersi e ha necessità di consistenti aumenti delle risorse umane, per cui si programmano alcuni nuovi concorsi a iniziare da quelli del 1969 e 1970, per impiegati di II categoria il primo e per impiegati di I categoria il secondo. I posti in concorso sono pochi, ma come avverrà per i successivi concorsi, la Cassa assumerà gli idonei oltre al ristretto numero dei vincitori, sulla base delle necessità del momento e tenuto conto del costo considerevole per l’espletamento di un concorso con centinaia o migliaia di candidati.

 

La mia Cassa

Da qui la storia dell’azienda si intreccia con quella dell’autore del racconto, il quale partecipa al concorso del 1970 in cui, malgrado le difficoltà di affrontare argomenti “ragionieristici” con la sua preparazione classica, risulterà tuttavia dodicesimo, mentre la vincitrice sarà Annunziata Correnti, per lungo tempo in servizio alla sede di Civitanova Marche. Il 5 aprile 1971 (iniziare proprio il 1° aprile no!) presi quindi servizio agli sportelli della sede di Macerata, diretti da Luigi Moriconi, iniziando dai depositi a risparmio, con Amos Giorgi e Silvana Bravi, occupandomi inizialmente di cose da lungo tempo rimandate per carenza di personale. La sede di Macerata solo da poco tempo era stata trasformata in una filiale ordinaria, perdendo così la denominazione di “sede centrale” ossia riferita agli sportelli della direzione generale. Indimenticabile fu il giro che Vladimiro Minuti, segretario della sede, mi fece fare dall’ultimo piano (ragioneria) fino al piano terreno di via Padre Matteo Ricci (centro elettronico), per finire dal direttore generale Alessandrelli, per conoscere e per farmi conoscere da tutti i colleghi, cui in gran parte ero già noto, se non direttamente, certo per i precedenti rapporti con mio padre. In particolare, con gli auguri e gli incoraggiamenti, ricordo due raccomandazioni: una seria del direttore della sede, Filippo Tartarelli, sulla necessità di rispettare sempre il segreto bancario e una scherzosa di Benedetto Rosetti del CED, con l’invito a non “montarmi la testa” per il mio titolo di studio, poiché allora in banca i laureati erano pochissimi, un po’ di più i ragionieri, ma tantissimi invece gli ex calzolai, barbieri, sarti, idraulici e via dicendo. Già assimilare nozioni di ragioneria e tecnica bancaria, assolutamente estranee a un liceale classico giurista, per poter affrontare dignitosamente il concorso, non era stata proprio una passeggiata e quando la Commissione esaminatrice, composta dal Consiglio di amministrazione al gran completo, in persona del Direttore generale Erasmo Alessandrelli, mi aveva interrogato sull’apertura di un conto di deposito, forse il destino aveva già tessuto le sue trame. Conscio della pochezza delle mie conoscenze tecniche specifiche, Giorgi mi fece trascorrere un po’ di tempo a conoscere l’ambiente, rinnovando l’inventario dei libretti (trascurato da anni) e creando i depositi infruttiferi, di nuova regolamentazione, uno per ciascun anno, con i conti inattivi da dieci o più anni. Dopo qualche mese passai dal lato orientale a quello occidentale del salone, ai conti correnti di corrispondenza, con Elena Giorgetti, Annabella Moretti, Luciana Coppari, con qualche scon­finamento nel settore “corrispondenti su piazza” di Giacomo Grattini, Paola Calise e Bruno Mengoni. Nel frattempo Moriconi era stato destinato al neo costituito servizio Estero, sostituito da Natale Paci prima e da Giannalberto Mataloni poi. La direzione della sede era passata da Filippo Tartarelli, diventato Ragioniere capo, a ZobeidoTecardi, poi capo servizio Organizzazione, e quindi a Natale Paci. Ancora un piccolo cambiamento nello sportello accanto, il portafoglio, con Adolfo Mandrelli e Marinella Mogetta, per occuparmi dei “cedenti effetti all’incasso” con misteriose schede riepilogative, di cui ancor oggi non ho ben chiaro (e nessuno allora mi dette spiegazioni) perché alcuni dei numeri vi fossero scritti in rosso, altri in nero, altri ancora in blu!

27 febbraio 2017

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