Giulio è tornato a “Castello” dopo il sisma

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Dopo sei mesi trascorsi a Lucca, perché la mia casa a Castelsantangelo sul Nera era stata dichiarata inagibile già dal primo terremoto del 24 Agosto, sono tornato nelle mie terre: ora vivo a Macerata, non lontano dai Sibillini.

Provenendo da Macerata sono uscito a Muccia e ho notato che nella segnaletica non c’è (per altre zone sì) l’indicazione per Castelsantangelo sul Nera – sicuramente il Sindaco avrà protestato ma senza risultato –  e questo è il primo segno della scarsa considerazione verso il territorio dai piani alti del “palazzo”: mi sono fermato al “Cappanno” e poi ho fatto alcune visite tra cui casa, cimitero,  paese… ho guardato ancora una volta la bellezza di queste valli e ho pensato alla necessità di ricostruire subito, con grande ottimismo, ampliando il potere d’intervento dei Sindaci, veri conoscitori del territorio e delle sue esigenze.

Durante il viaggio era come se nel mio cervello ci fosse una tempesta: da una parte vedevo i miliardi stanziati per il terremoto e spesi poco, i soldi della solidarieta bloccati, le stalle per gli allevatori rimaste una chimera, la nebulosità e la farraginosità dei decreti (comprensibili, forse, solo per gli addetti ai lavori!), la mancanza di semplicità e d’informazione alle popolazioni; dall’altra una emergenza infinita, la mancanza  di un progetto di sviluppo per le zone terremotate e la montagna. Tra queste amare considerazioni affiorava la rabbia, perché siamo sempre stati accompagnati dall’ottimismo delle visite ufficiali – anche del Presidente del Parlamento Europeo che ha promesso “la Ue investirà nel terremoto circa due miliardi di euro” – durante le quali tutti hanno sempre detto “non vi lasceremo soli”.                                                                                                                              

La verità è che siamo molto indietro e poi, a conferma di queste considerazioni, ho letto – oltre a una dichiarazione del Sindaco di Castello che non manca mai: era Falcucci Sindaco nel ’97 – che le prime casette nel 1997 furono consegnate dopo soli 19 giorni dal terremoto (forse era stato più lieve) e le stalle dopo un mese e mezzo.

Dei ritardi se ne è accorto “troppo tardi” anche Vasco Errani (non vedeva, non sentiva, parlava tanto… quasi come le tre scimmiette) che per lunghi sei mesi, invece di operare per risolvere i problemi dei terremotati, è stato bloccato dagli innumerevoli fascicoli burocratici e dalla incapacità dei suoi uffici.

“Non dimenticare le persone terremotate” non può essere una frase vuota e di circostanza, ma va sostanziata con agevolazioni fiscali permanenti, lavoro, aree franche (ora tutti ne parlano) a tempo indeterminato per le zone terremotate e per la montagna, aiuti per le persone fisiche e le imprese, misure concrete per le seconde case e il turismo.

Non voglio dare la responsabilità ad alcuno, perché in una tragedia come questa c’è bisogno di tutti, l’importante è rendersi conto che la “lunga” storia del terremoto è stata gestita con superficialità e forse sottovalutata e troppe sono ancora le questioni aperte: facciamo il punto delle cose fatte e delle esigenze delle persone che stanno nei territori, e quelle che per motivi di sicurezza si trovano in altri zone e diamoci una “mossa”.

Dobbiamo togliere le macerie, puntellare, ricostruire le case, ripristinare i servizi, assistenza medica, la farmacia, coinvolgere chi è ancora nelle Valli Castellane e chi è lontano, i giovani. I piccoli Comuni debbono allearsi non sciogliersi mentre il territorio ha bisogno di una presenza forte dello Stato e dei suoi Sindaci.

Il comprensorio montano prima è stato depauperato: persi occupazione e servizi (soppressi gli ospedali sotto i 120 letti) e si è marginalizzata la montagna, quando nella montuosa Svizzera e nelle Regioni a statuto speciale delle nostre Alpi hanno invece tenuto conto della montagna, delle strade, della neve.

Ora ci sono i problemi del terremoto da risolvere presto e bene, fare prevenzione sismica e dai rischi idrogeologici. Comunque presto lo Stato dovrà affrontare le problematiche dell’intera montagna (non gli faccia subire un secondo spopolamento) che, se gestita bene, risulterà una risorsa per l’intera comunità.

Ora, tanto per cominciare, ho inviato una lettera al Ministro Del Rio, al Presidente della Regione Marche, al Prefetto e al Presidente della Provincia di Macerata chiedendo che sulla segnaletica della superstrada 77, all’uscita di Muccia, venga aggiunta l’indicazione “Castelsantangelo sul Nera” per non penalizzare ulteriormente un territorio massacrato dal terremoto. Ah, dimenticavo… ho provato a contattare il numero verde dell’Anas (80041148)ma nessuno ha risposto.

Giulio Lattanzi        

01 marzo 2017 

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