Osimo: Capolavori Sibillini, l’arte dei luoghi feriti dal sisma

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“C’era una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce”. Questa frase di Leonard Cohen racchiude l’essenza della mostra “Capolavori Sibillini – L’arte dei luoghi feriti dal sisma”, promossa dalla Regione Marche, dal Comune di Osimo, dall’Istituto Campana per l’Istruzione permanente (che ha messo a disposizione le sale) e dall’azienda A.S.S.O.. Il manifesto che rappresenta la mostra è illustrato dall’opera “La Maga” del pittore Corrado Giaquinto, in quanto evocatrice di storie e leggende che popolano l’area dei Sibillini. I capolavori esposti provengono da vari edifici di 8 comuni della Rete museale dei Sibillini: Montefortino, Montefalcone Appennino, Smerillo, Loro Piceno, Montelparo, Monte Rinaldo, Montalto Marche e San Ginesio, tutti comuni seriamente interessati dagli eventi del sisma. Intanto che le sedi museali originarie non saranno agibili, il comune di Osimo e l’Istituto Campana, oltre a garantire l’ospitalità per gli spazi, garantisce restauri e interventi sulle opere. Ma c’è molto di più in questa mostra, oltre che tutelare le opere: la solidarietà! Questa iniziativa vuol dare rilievo al coraggio e all’orgoglio di una comunità che vuole ripartire dall’Arte e dalla Bellezza, che vuole ammaliare e stupire i suoi visitatori presentando il patrimonio culturale naturale di un territorio: quello intorno ai monti Sibillini! La Mostra è viva… è qualcosa che respira nel dialogo con il pubblico! C’è anche una sezione scientifica, con fossili e minerali, esposta lungo il corridoio, con reperti provenienti dai “Musei dei Fossili e dei Minerali” di Montefalcone Appennino (http://larucola.org/2017/05/09/il-meraviglioso-museo-di-montefalcone-appennino) e Smerillo (http://larucola.org/2017/04/25/smerillo-museo-difossili-minerali-e-opere-darte). La mostra è divisa in sezioni. La prima è dedicata alla Pinacoteca Civica “Fortunato Duranti” di Montefortino (FM) denominata “Piccolo Louvre dei Sibillini”, della quale mi ha colpito l’autoritratto del Duranti, per la leggera ironia che pervade il suo viso. Fanno parte  di  questa  sezione  anche  alcune  “Nature  Morte”, molto notevoli, di autori come Spadacino e Cristoforo Munari e un nucleo riferito a Corrado Giaquinto, autore appunto de “La Maga”. Segue la sezione di San Ginesio (MC) con tele e tavole provenienti dalla pinacoteca civica “Scipione Gentili”, giunte a Osimo all’indomani del sisma, con opere del pittore ginesino Domenico Malpiedi e la grande tavola di Nicola di Ulisse da Siena, raffigurante “Sant’ Andrea e la Battaglia fra Ginesini e Fermani”, simbolo del borgo maceratese. Loro Piceno (MC) è rappresentato principalmente da Ercole Ramazzani, con “L’Assunzione della Vergine”, che mi ha colpito moltissimo e dà una sensazione celestiale. A Raccontare la figura di Papa Sisto V, il quale concesse molti privilegi alla sua patria, Montalto Marche (AP), elevandola a città, a Diocesi, a sede di una Zecca autonoma e a capitale di un presidiato di 17 comuni. Manufatti di questo passato provengono dal polo museale “Città di Sisto V” e dal “Museo Sistino Vescovile”, tra i quali una splendida “Pianeta” decorata in raso di seta rossa e fili d’oro, protetta in una teca di vetro, donata dal Papa alla città. Lungo un corridoio è inserita una sezione scientifica, con reperti, provenienti dai Musei dei fossili e dei minerali di Montefalcone Appennino  e di Smerillo, quali l’ammonite ed altri che possiedono l’affascinante proprietà dell’iridescenza. In un corridoio, prima dell’entrata al museo, si possono ammirare una serie di quadri, che rappresentano le varie fasi della fioritura della lenticchia di Castelluccio di Norcia… veramente una esplosione di colori unica! Non mancano dipinti dai colori più smorzati o tenebrosi. Quel pomeriggio, non era previsto, ci fu anche un piccolo concerto di tre brani per violino e pianoforte nella Cappella di Palazzo Campana. Il violino proveniva da San Ginesio, ha più di 200 anni e un suono emozionante… sino a far venire i brividi, specie nell’interpretazione dell’ “Ave Maria” di Shubert.  Particolare dello strumento è l’incisione della lettera “S” sul manico, come a richiamare la stessa iniziale di Sibilla e Sibillini! Tornerò a vedere la mostra! Vi esorto a farlo anche voi! Oltre che cultura è un gesto di solidarietà!

Fulvia Foti

22 giugno 2017

 

 

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