A Visso “Tutti agibili per un giorno” nell’attesa del ritorno

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Già la strada per arrivare fino a Visso è lastricata d’immagini tremende e dentro Pievetorina le auto rallentano, occhi sgomenti si fissano sulle rovine, che sono lì da 10 lunghi mesi: case segnate a ics, con tagli in orizzontale, in verticale, come fossero opere di Fontana e intere pareti cadute a mostrare intimità familiari violate nello loro privacy. Non sono immagini televisive né fotografiche: è cruda realtà. Il pensiero non tarda a immedesimarsi in quelle persone che prima abitavano lì e che ora hanno perso ogni cosa: la casa, gli oggetti personali; in cambio hanno disperazione, appena mitigata dalla solidarietà, morale e materiale, di tanti, di tutti quelli che si sono prestati per aiutarli fin da subito e che ancora lo stanno facendo.

Poi Visso, “agibile per un giorno”, non tutta, solo un breve percorso guardato a vista da militari, da volontari della Protezione civile, sorvegliato da carabinieri e forestali, per giungere ai laghetti.

Tante persone sono arrivate a Visso, molti probabilmente per “turismo curioso da terremoto”, almeno inizialmente. Però è bastato loro passare attraverso le rovine per comprendere come ciò che stavano vedendo non fosse un set cinematografico ma dura e terribile realtà. Quindi l’incontro con il mondo degli abitanti della montagna, quelli che non hanno mollato e che vogliono con forza che i loro luoghi rinascano a nuova vita. I box di legno, dono prezioso, li ospitano e anche tende a ripararli dal sole cocente. Offrono i prodotti dei negozi scomparsi, a testimoniare che, pur distrutti, ancora ci sono e sono qui a chiedere: “Non dimenticatevi di noi! Ricostruiamo, insieme”. L’arrivo di tante persone, provenienti anche da molto lontano, ha realizzato un giorno di festa, perfino un giorno d’incassi ma l’occhio di tutti i presenti cade costante sui buchi aperti sulle facciate delle case e sulla vita familiare volata via da quelle aperture, vita presente a “Tutti agibili per un giorno”, in attesa del rientro. Muto messaggio a dire: “Politica, non ti dimenticare di noi e… datti una mossa che è ora passata!”

Fernando Pallocchini

Foto La rucola

25 giugno 2017

     

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