L’osso sanitario buttato da Ceriscioli e conteso dai Sindaci

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Vignetta satirica e sintetica: Cerescioli butta l’osso e i Sindaci se lo contendono. Naturalmente l’osso è il nuovo ospedale stramilionario (soldi nostri) che… s’ha da fare, parafrasando, al contrario, Manzoni.

Noi de La rucola invece preferiremmo che i Sindaci puntassero i piedi per salvare le strutture esistenti e, parimenti, la salute dei cittadini.

Ecco quello che la logica, rapportata alla complessità del territorio maceratese (monti, colline, pianura e costa) ci suggerisce: potenziare ognuno con alcune specializzazioni, differenziandole, gli ospedali esistenti (Camerino per la parte montana; Tolentino e San Severino per la parte mediana delle due vallate, Macerata come punto di eccellenza provinciale, Recanati e Civitanova per la parte costiera che, in estate decuplica le presenze); in queste stesse strutture lasciare reparti di chirurgia e medicina “rapidi” e in tutte le strutture, comprese quelle dei centri minori (San Ginesio, Treia, Corridonia ecc.) predisporre poliambulatori per esami di routine, reparti di lungodegenza e di accoglienza per persone in vecchiaia avanzata.

Diciamo questo anche perché in questi ospedali sono state già spese cifre consistenti (vedi Civitanova, San Severino, Macerata ecc).

Sinceramente questa follia dell’ospedale unico ci sembra uno spreco di denaro pubblico, spreco per la comunità e guadagno per chi?

La Sanità diffusa forse (ndr: forse!) costa ma è una garanzia di assistenza per le persone che contano veramente: gli abitanti dei nostri paesi!

Fernando Pallocchini  

5 agosto 2017

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