Terremoto: continua il caos generato dalle troppe ordinanze

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In attesa di capire cosa effettivamente succederà a gennaio 2018 in merito alla spinosa questione della moratoria finanziamenti e mutui, altri grandi dubbi emergono circa i rimborsi per i danni subiti a causa del sisma alle strutture abitative e non.

L’ordinanza n.9 del 14 dicembre 2016 “Delocalizzazione immediata e temporanea delle attività economiche danneggiate dagli eventi sismici del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016”, concede, per consentire un’immediata ripresa dell’attività produttiva, la possibilità di delocalizzare appunto la propria attività alle imprese industriali e artigianali aventi sede nei territori colpiti dagli eventi sismici e ubicate in edifici risultati distrutti o gravemente danneggiati, con danni non riparabili mediante interventi immediati di rafforzamento locale.

Nel testo si parla di rimborsi pari all’80% per gli interventi su macchinari, attrezzature e impianti, del 60% del valore delle scorte distrutte o danneggiate e delle spese sostenute  per  il  trasloco  di  macchinari e attrezzature rimborsabili fino all’80% dei costi documentati. Il problema però sta nel fatto che tutte queste misure sono applicate esclusivamente nel caso in cui un’impresa delocalizzi la sua attività.

E cosa accade allora ad un imprenditore che per diverse ragioni non ha potuto o non ha scelto di delocalizzare l’attività? Sono molti i casi come quelli segnalateci a esempio a Camerino, che coinvolgono molti piccoli artigiani e commercianti che si ritrovano ad aver investito nella propria attività effettuando migliorie, interventi di ristrutturazione, acquisto di nuove attrezzature, in locali di proprietà e non, e che ad oggi non hanno diritto ad alcun rimborso.

“Purtroppo ci sono molti imprenditori in questa difficile situazione, – afferma Pacifico Berrè, Responsabile del settore Edilizia di Confartigianato Imprese Macerata – imprenditori che si ritrovano senza nulla in mano e senza possibilità di percepire alcun rimborso, per il semplice fatto che queste casistiche non rientrano nell’ordinanza del Commissario Straordinario. Per questo motivo chiediamo e auspichiamo che, a stretto giro, casi come quelli del comune di Camerino, possano essere normati attraverso un’altra ordinanza commissariale, affinché vengano riconosciuti dei contributi economici anche a tutti quegli imprenditori che, in seguito al sisma, hanno subito danni ad attrezzature ed impianti su immobili in affitto o di proprietà, ma che hanno scelto di non delocalizzare l’attività”.

7 ottobre 2017

 

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