Raid Pechino-Parigi: 100 anni dopo Itala ci riprova ed è ancora leggenda (10^ puntata)

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Seconda parte – da Mosca verso la Siberia – Da Parigi a Mosca abbiamo percorso esattamente 4.617 chilometri. Contrariamente a quello che molti credono l’Itala ha percorso questi chilometri tutti sulle sue centenarie ruote, grazie alla cura religiosa e amorevole che le dedicano Rocco e Luciano, i nostri due amici della Fiat Auto che hanno revisionato la macchina prima della partenza a Mirafiori nell’officina della sperimentazione veicoli.

Lasciamo Mosca solo nel pomeriggio per un problema avuto in mattinata. Mentre aspettavamo Beppe, a Irene hanno rubato il borsello con denaro, dei documenti e le chiavi della moto. Un furto da professionisti, rivedendo le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, solo al rallentatore si riesce a vedere il gesto dei due ladri, un uomo e una donna. Così Paolo per cambiare il blocchetto della moto e rimappare la centralina presso il servizio Ducati di Mosca, Irene per le lunghe pratiche della denuncia del furto devono fermarsi a Mosca. Ci raggiungeranno in moto appena avranno sistemato tutto.

Il giorno prima eravamo stati accolti da un locale Club di vetture storiche, e un corteo di vetture storiche tutte italiane ci aveva scortato fino al Parco di esposizione dell’aviazione con aerei, e razzi compresa la riproduzione del primo vettore dello Sputnik. Parlando di vetture storiche abbiamo notato in questo viaggio quanto sia diffuso il collezionismo di vetture antiche, molto più di quanto si possa immaginare anche perché le vetture storiche escono raramente da dove sono custodite e quindi sulle strade non se ne vedono normalmente. Lasciamo l’Itala e le vetture storiche all’ammirazione dei moscoviti, questo fino al pomeriggio, quando andiamo all’Ambasciata d’Italia, in un palazzo splendido acquistato da una antica famiglia russa. Splendida sede, credo che nessuna ambasciata di altre nazioni possa competere con quelle italiane, espressione del nostro gusto e della nostra arte.

Mosca con il suo traffico ha nulla da invidiare alle altre capitali occidentali. In un’ora riusciamo a percorrere solo 8 chilometri. Per fortuna poi oltre il ring il traffico inizia a scorrere più velocemente. Da Mosca ci fermiamo a Vladimir, l’antica capitale con la sorpresa di trovare un albergo in un parco che sembra un villaggio di montagna, tanti chalet tutti in legno. La città conserva solo una delle sue quattro porte, la Porta d’Oro, unico esempio ancora rimasto di architettura militare russa del 1100 e la coeva Cattedrale dell’Assunzione. Fa caldo, un caldo umido fastidioso, oltre i 30 gradi. Il paesaggio è sempre lo stesso, la strada molto bella, una superstrada, sembra tagliata nel bosco.

Vladimir – la Porta d’Oro

Da Vladimir a Novgorod, sperando di rintracciare il posto dove Borghese si impantanò per l’ultima volta ma il terreno è totalmente cambiato ed è impossibile. Riusciamo però a capire il perché dei frequenti impantanamenti dell’Itala allora, il terreno è molto paludoso, in larghi tratti affiora l’acqua coperta di piante acquatiche. A Novgorod troviamo un albergo vecchio stile, con ancora la cameriera al piano che conserva le chiavi e annota scrupolosamente l’ora di entrata e uscita di ogni ospite. Residuo dei controlli sistematici del passato regime. Ci fermiamo un giorno per ammirare questa città alla confluenza tra l’Oka e il Volga, con una stazione fluviale dalla quale partono i regolari servizi dei battelli sul Volga. Uno dei Massif ha una perdita dall’impianto dell’idroguida e abbiamo la possibilità di verificare la efficienza dell’assistenza Iveco. Il Concessionario locale, la Poly Truck Service, ci accoglie con gentilezza e rapidamente ci sistema il veicolo, riparando anche un pezzo dell’Itala. Anche qui un monumento a ricordo dell’ultima guerra, anche se andando verso l’interno i ricordi della guerra sembrano diminuire.

A sera ceniamo in un ristorantino lungo l’Oka, si balla e ci sorprende vedere tante donne che ballano da sole, anche donne in compagnia che lasciano la compagnia al tavolo, vanno a ballare e poi ritornano al tavolo. Familiarizziamo anche grazie a Enzo che come sempre in queste occasioni si esibisce in uno dei numeri del suo repertorio. Al mattino ci raggiungono con la Ducati Irene e Paolo e di nuovo tutti insieme partiamo per Ceboksary seguendo il corso del Volga. Il paesaggio cambia, diventa collinoso e riappaiono campi coltivati. Il Volga con le sue acque mitiga la rigidità del clima e ne crea uno più favorevole all’agricoltura. Ci fermiamo sul fiume Sura che Borghese attraversò su una chiatta. Naturalmente della chiatta oggi non c’è più traccia ma un moderno ponte ci fa passare sull’altra riva.

Lungo il percorso guardiamo con curiosità i camion che incrociamo o ci superano. Molti hanno scritte di ditte occidentali ma le targhe sono tutte russe, certamente sono stati comprati in occidente. Non viaggiano camion stranieri in Russia, forse per la distanza dai paesi occidentali ma crediamo anche per difficoltà burocratiche. Tutti i trasporti, anche dei turisti, sono fatti con camion e autobus russi. Telefonare a casa non è un problema, a parte il costo. La copertura con la rete dei telefoni mobili è totale, meno comodo usare la rete fissa, i telefoni sono scarsi e le schede quasi introvabili. La diffusione dei telefonini è al nostro livello. Un giorno ci fermiamo vicino a un villaggio, poche case di legno. Si avvicinano tre ragazzi, il più grande avrà avuto undici, dodici anni, gli altri due uno, due anni in meno. Subito prendono i loro telefonini e ci ritraggono. Restiamo veramente sorpresi, ma in tutte le città vediamo persone a spasso parlando al telefono o col telefono in mano e i ragazzi tutti con le cuffiette a sentire musica. E pensare che solo venti, trenta anni fa era quasi impossibile parlare con l’estero. Ancora con piacere constatiamo l’interesse che suscita la nostra carovana. A ogni sosta è un accorrere di gente per fotografarci o anche solo per vederci. E lungo le strade sono molte le vetture che ci superano per poi fermarsi a fotografarci. Facciamo tappa a Ceboksary solo per la notte e proseguiamo per Kazan.

Gianni Carnevale

25 luglio 2022

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