Popsophia

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Le polemiche intorno all’ideatore

 

Masino ErcoliFestival del contemporaneo a Civitanova, Popsophia è un evento culturale a tutto tondo ideato da Evio Hermas Ercoli. Il professore è una nostra vecchia conoscenza: per qualche anno ha messo a disposizione il suo talento per promuovere la stagione lirica maceratese. In seno a Popsophia, la critica più pesante gli è stata mossa direttamente dalle Istituzioni, deluse dal fatto che Ercoli avrebbe depositato con atto notarile il marchio di Popsophia a suo nome anziché a nome del Comune di Civitanova Marche. Forse egli ha creduto di dover avere la libertà di esportare Popsophia a livello nazionale, da lui stesso asserito più volte, così come riportato da internet. Abbiamo cercato di intervistare il professore, ma lui, ora glissando ora sfuggendo, ha poi smesso di rispondere alle nostre telefonate. Avremmo ascoltato volentieri l’esposizione del suo diritto di replica in merito alle critiche rivoltegli. Riusciamo solo a strappargli un paio di battute per telefono: con una, Ercoli ribadisce la sua delusione nel dover vedere la promozione dello Sferisterio in mano a chi, con un budget più sostanzioso a disposizione, non possegga però la competenza e la professionalità necessarie per affrontare un progetto di tal fatta. L’altra affermazione è una boutade con cui il direttore artistico riesce a scherzare persino su una fastidiosa labirintite che lo attanaglia da tempo. Per noi non sono informazioni sufficienti e allora indaghiamo un po’ tra le fila dei professionisti delle amministrazioni  della  città marittima, per scoprire  a malincuore che, per chi ha avuto l’occasione di collaborare a latere con Ercoli, non è stato così piacevole e anzi la frase con cui ci liquidano perentoriamente è: “Voi di Macerata ve ne siete liberati e l’avete appioppato a noi di Civitanova”. Chiunque capirebbe che tante voci, persino così infamanti, siano solo il prezzo da pagare per chi, diventando un vero e serio protagonista all’interno di un evento altrettanto in luce, diventi un bersaglio facile. Ci teniamo a bilanciare queste critiche riconoscendo al professore il merito di essere un ottimo comunicatore, capace  di conciliare gli interessi di massa con quelli di nicchia e da sempre animato dal desiderio di introdurre la cultura negli strati della società in modo trasversale. Del resto, Hermas Ercoli ripete di continuo che Popsophia sia un evento nato per essere un simbolo di tolleranza e uguaglianza e per rompere quel meccanismo che divide i prodotti culturali in quelli di serie A e quelli di serie B. Evio Hermas Ercoli ha sempre avuto lo scopo di arrivare al cuore delle masse. Come dimenticare il suo progetto “Ciauscolo Day”, creato nel 2007 intorno allo Sferisterio Opera Festival e seguito da feste Glamour, sapientemente organizzate nella sua splendida villa a San Rustico? E’ sicuramente una grande intuizione, nient’affatto banale come potrebbe sembrare, prendere in prestito lo stile scanzonato delle sagre di paese e utilizzarlo come veicolo per diffondere un genere culturalmente elevato come l’opera lirica. D’altronde, il successo di Hermas Ercoli per Popsophia si misura con i numeri: 75mila spettatori, 5mila libri vendu-ti, 16 mostre d’arte, 20 rassegne e, non da ultimo, il merito di aver trovato il sostegno di più di 40 sponsor e di aver attirato l’attenzione della stampa nazionale.  Ma l’Ercoli marchigiano porta a casa critiche anche dagli sponsor: qualcuno di loro non le ha mandate a dire e, direttamente in palcoscenico, ha disapprovato duramente la scelta della Direzione artistica di inserire, in fascia oraria protetta, l’intervento dello stravagante Aldo Busi, piacevolmente dissacrante per alcuni, ma ritenuto fuori luogo dai più per il suo linguaggio colorito. Ma noi ci sentiamo di giustificare l’Ercoli trascinatore di masse. Poco importa se qualcuno, sotto l’ombrellone, identifichi Popsophia con un’avvenente giovane donna di Casette D’Ete di nome Sofia che mostra fiera il suo procace decolleté. Poco importa che se ne parli male perché, come disse Qualcuno: “…purché se ne parli!”

Raffaella D’Adderio

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