Lettera al Presidente: tutto ci può stare ma…

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di Giorgio Ranieri

indios-yanomami

 

Caro Presidente, qualche osservazione circa la sua condotta degli ultimi anni. Un paio di anni fa il governo del suo “amico” Silvio aveva problemi di maggioranza, lei comunque gli diede un mese di tempo per organizzarsi, ignaro che quel furbacchione comperasse dei parlamentari per tirare a campare col suo governo. Ci sta che lei fosse distratto, quindi ha la mia comprensione. Passa un altro anno e lo stesso governo è al collasso e lei prudentemente ne concordò le dimissioni. La gente comune, come me, pensò: “Ora andremo a votare e vedremo che accadrà” invece lei che fece? Si ricordò del suo primo amore di quando era iscritto nel Guf (gruppo universitari fascista) quindi si legittimò “padre padrone” degli italiani e decise per tutti: chiamò il signor Monti e gli affidò il governo. Le votazioni? Le faremo! Mica crederete voi italiani di saperne più di me! Avrà pensato ciò signor Presidente? Monti e la “signora” di Torino (che in questo caso non è la Juventus…) massacrarono ben bene pensionati e operai col beneplacito dei sindacati, ma di risolvere la crisi manco a parlarne. Ebbene le perdono anche questa scelta, ci può stare. Però mi tolga una curiosità: che meriti aveva Monti affinché lei lo nominasse senatore a vita? Passiamo oltre e finalmente siamo andati alle elezioni, anche se a lei non sembravano così importanti e il suo ragionamento era giusto come si vedrà poi. In questa tornata elettorale si è presentata una nuova forza politica alla quale otto milioni di italiani, praticamente un terzo dei votanti, ha aderito ma, ancora una volta, lei era distratto non si è accorto di nulla, ne hanno parlato pure gli Indios Yanomami… ma lei non ha visto né sentito nulla e ancora una volta lei si è sacrificato per il “suo” popolo decidendo nuovamente per tutti. Ah, se non ci fosse lei Presidente! E’ riuscito a mettere insieme quelli che apparentemente sembravano essere il diavolo e l’acquasanta ma che, in realtà, erano sempre stati pappa e ciccia. Direi di perdonarle anche questa dolorosa scelta che ha dovuto sopportare. O almeno immagino… Sa Presidente… in confidenza… la scelta che proprio non mi riesce di perdonarle è il fatto che lei dopo settant’anni di presenza in politica e dopo aver ricoperto tutte le cariche possibili (senza entrare nel merito: non voglio giudicare) lei non abbia permesso a un altro cittadino italiano, non importa quanto meritevole, di diventare Presidente della nostra repubblica, impedendo a noi italiani di conoscere un nuovo garante della nostra Costituzione. Lei permette che mi ponga qualche domanda? Mi chiedo: “La sua è una sfrenata ambizione? Ha scheletri nell’armadio? E’ preda di un delirio di onnipotenza?” Lei si è giustificato dicendo: “Me lo hanno chiesto…”. Io penso che alla sua veneranda età avrebbe potuto benissimo mandarli tutti a quel paese! Penso questo anche perché se non è riuscito a salvare l’Italia nei suoi primi settant’anni, quando era un giovane virgulto, vuol farlo ora vicino ai novanta?

 

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