I politici e i peccati di gola

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di Raffaella D’adderio

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Nessun personaggio come il mitico ragionier Fantozzi ha mai così ben rappresentato l’italiano medio, sfortunato, umiliato e in ogni modo vessato. Ma è ormai uso comune dare del “Fantozzi” anche a chi accidentalmente ha un comportamento maldestro. Ugo Fantozzi aveva quei rari momenti in cui goffamente cercava di imporre la sua volontà o di ribellarsi e puntualmente rimaneva ancora una volta sconfitto. E’ il caso della celebre scena delle polpette di Bavaria in cui l’imbranato Ugo (Fantozzi contro tutti) cercava di farla in barba al terribile dietologo Birkermaier presso la clinica del dimagrimento alternativo, rubando le polpette di patate. Scena esilarante dell’uomo cicciottello che sottraeva il goloso cibo ingurgitandolo in modo malcelato, proprio davanti al sadico professore. Sembra opportuno l’accostamento ad alcune buffe figure politiche di oggi che cercano di beffarsi degli sguardi altrui con ruberie strampalate, sperando di farla franca. Ma ecco un altolà dal governo, è infatti notizia dell’ultima ora che il Consiglio dei Ministri abbia approvato il decreto legislativo per l’abolizione dei finanziamenti ai partiti. E i soldi rubati dai vari partiti di destra e manca? Intanto ben venga la normativa restrittiva, ma se il bottino trafugato non era commestibile (quanto le polpette), si potrebbe comunque restituirlo? Letta ha precisato che il cittadino che vorrà dare un contributo a un partito lo potrà fare attraverso il due per mille o con una donazione volontaria (dal 2017 i finanziamenti ai partiti dovrebbero consistere solo in erogazioni volontarie). Ma quale vittima, dopo essere stata più volte scippata, sua sponte donerebbe anche un piccolo obolo al proprio aggressore? Nel testo di legge prevista anche la certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici. Ma come? I politici, per evitare di ricascarci, si autoinfliggono impedimenti alle mani come i cleptomani? Che il caso del 13 agosto scorso abbia mietuto proseliti? La notizia riguardava l’egiziano Ali Afifi che si era amputato una mano (l’altra l’aveva già persa anni prima) per rispettare la legge divina islamica (Sharia). L’uomo, autore di vari furti ai danni di amici, conoscenti, gioiellerie e altri negozi, aveva chiesto allo sceicco una punizione esemplare. Questi si rifiutò di sottoporlo all’amputazione della mano, così l’uomo si praticò la menomazione dell’arto da solo.

 

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