Musicultura 2014

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Giovani talenti italiani

 Simona-Molinari-e-Renzo-Rubino

A Musicultura, intervista tandem di Gianmaurizio Foderaro (per Rai 5) a Simona Molinari e Renzo Rubino. L’ugola d’oro dell’Abruzzo, bella e raffinata aveva già duettato con il bravo Rubino allo scorso festival di San Remo con il brano “Non arrossire” di Gaber. Ora l’incontro vocale si ripete su quelle stesse note allo Sferisterio di Macerata. Foderaro ribadisce il concetto dei contatti e delle sollecitazioni tra generi musicali diversi e si sofferma sul fatto che questi giovani talenti siano la prova di quanta qualità provenga dalle piccole province d’Italia per poi aprirsi a orizzonti più ampi. In arena, i due giovani cantanti ci deliziano con la loro performance e un gradevole siparietto. La Molinari omaggia la platea del festival intonando, con vera bravura, la celebre Habanera della Carmen di Bizet in lingua cinese. Rubino, con la sua inconfondibile verve, racconta: “Gaber per me è stato un amore a seconda vista perché l’ho scoperto solo in un secondo momento, gradualmente. Ho iniziato ad ascoltarlo da piccolo perché mia madre metteva un suo disco ogni volta che passava l’aspirapolvere”. Segno evidente che il contatto magico con la musica possa nascere in qualsiasi posto e nessuno stimolo debba essere ignorato. Condividere tutte queste esperienze personali e insieme musicali aiuta a mantenere fertile il terreno su cui costruire progetti sempre nuovi, in piena complicità con culture anche molto lontane dalla propria. Tutto questo è Musicultura, che accoglie come ospite anche Vasco Brondi di Le Luci della Centrale Elettrica. Il leader della band parla dei suoi esordi e di come sia stata una fortuna essere una sorta di tabula rasa prima di dedicarsi al mestiere di cantante. Non conosceva alcuna rivista musicale né aveva idea di cosa fosse una casa discografica. Ignorare tutto ciò gli ha permesso di assorbire come una spugna tutti gli aspetti e gli elementi del mondo della canzone e di affrontarlo senza pregiudizi né presunzione. Brondi ricorda di aver iniziato suonando dappertutto, persino nelle librerie. Le sue prime performance consistevano nell’aprire i concerti di altri gruppi conosciuti, ma ha trovato il suo palco migliore nella rete: “La rete è fondamentale perché annulla le distanze e permette di sdoganare il concetto del genio incompreso. Lì se hai i numeri ce la puoi fare”.

Raffaella D’Adderio

Immagini Photofal

 

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