Musicultura 2014

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Mango, Esposito e Paoli

 Gino-Paoli

Mango con le sue incantevoli sonorità calca il palco di Musicultura durante la seconda serata del festival; protagonisti indiscussi della terza sono l’inossidabile Gino Paoli e un vulcanico Tony Esposito. MangoDopo un assenza di tre anni dalle scene, Mango concepisce l’album “L’Amore Invisibile”, una raccolta contenente tre brani inediti e una rielaborazione dei successi dei più grandi artisti italiani e internazionali, tra cui Sting, gli U2, De André, Beatles, Nino Buonocore. “Per me è fondamentale riuscire a cogliere il cuore di ogni pezzo spogliandolo di tutto quello che c’è intorno, come ho fatto nel caso di queste celebri canzoni che ho completamente destrutturato. Non si tratta di semplici cover, ma del modo in cui le rendo mie, prima spogliandole per poi rivestirle in un modo del tutto nuovo. Tra le canzoni, c’è un pezzo che ho interpretato con una cantante sarda nel suo dialetto. Si tratta di una lingua con un suono molto particolare e mi ha permesso di condividere emozioni nuove spostando il mio punto di vista”. Quale miglior palco se non quello di Musicultura valorizza le aggregazioni tra generi musicali e linguaggi diversi che rappresentano i colori di ogni territorio? Qui Mango si cimenta per la prima volta anche in una canzone napoletana del ‘500, un brano appartenente alla poesia popolare e il risultato è emozionante. Lui riconosce a Musicultura il merito di non guardare alla musica come a un genere appartenente a un sottobosco culturale, cosa che purtroppo accade altrove. Infine Mango spiega il titolo di questo ultimo progetto discografico: “L’amore è invisibile perché è un’appartenenza, un viaggio, tramite esso si ha uno scambio non tangibile che si può sentire solo con l’animo”. Gino Paoli è accompagnato al pianoforte dalle note fluenti del jazzista Danilo Rea. Canta tre brani appartenenti ad altri artisti italiani suoi colleghi e suoi amici introducendoli così: “A dimostrazione del fatto che si viene ricordati per ciò che si è dato e non per cosa si è avuto”. Vicino agli 80, l’ex componente dei “Diavoli del Rock” (tra cui Tenco, De André, Lauzi, Bindi e altri) non ha perso lo smalto di sempre e lo dimostra liberando nell’aria le parole dell’intramontabile Il cielo in una stanza davanti a un pubblico rapito. Tony Esposito porta sul palcoscenico un vero show e allo Sferisterio si assiste a una jam session di altissima qualità. L’artista partenopeo si esibisce con le sue inconfondibili percussioni tra ritmi tribali, le percussioni latine di una notevole musicista cu-bana e le note di musica classica del trombettista Andrea Lucchi e degli Ottoni dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Energico sound ritmico misto a eleganza delle sonorità classiche sono le note di alcuni brani di “Tam Tam Brass”, ultimo successo dell’inventore del tamborder (strumento dal suono sia elettronico Tony-Espositoche tribale). Esposito dice al pubblico che la musica non ha bandiere né frontiere e l’esperimento ben riuscito di miscelare suoni in apparenza inconciliabili ne è una conferma. Sottolinea che sognava da tempo di suonare con i grandi della musica classica come Verdi, Mozart,Vivaldi, Bach e che quest’ultimo (per quanto assurdo possa sembrare) è il più africano tra i compositori classici per via della vicinanza delle sue note ai suoni percussivi.

Raffaella D’Adderio

Immagini Photofal

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