Gente strana in un bar-tabaccheria

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di Forza Rata

 bar-tabaccheria

Dovendo incontrare un amico in una località della riviera marchigiana ci siamo dati appuntamento in un noto bar-tabaccheria sul lungomare; sono arrivato un po’ prima e lui ha ritardato per cui, seduto a un tavolinetto ho fatto colazione con brioche e cappuccio mentre guardavo curioso gli avventori che, in rapida successione, entravano e uscivano. E’ stata tutta una serie di scenette, quasi fosse una commedia dove io, e pochi altri, eravamo gli spettatori davanti a dei caratteristi. Peccato fosse vita reale per cui non so se restare allegro per le risatine fatte o cadere in depressione per come sono ultimamente combinate le persone… Entra una signora traccagnotta dalla parlata straniera e chiede: “Pacchetto di sigarette che costa meno”. Il gestore: “Quale marca?” – “Qualsiasi, non fumo… le prendo per naso chiuso… accendo due sigarette e metto in orecchi… si stappa naso!” Ahahahah incredibile! La successiva cliente è una donna anziana che sventola un gratta e vinci (gioia e disperazione del popolo italiano): “Ho vinto sei euro, ho fatto sette e mezzo!” Il gestore, calmo, forse perché abituato: “No signora, non ha vinto, questo non è il super sette e mezzo ma l’asso pigliatutto”. Lei, imperterrita: “Sempre sette e mezzo ho fatto quindi ho vinto!” Il gesto e l’espressione di lui sono sconsolati, a voler dire: come glielo spiego? Sorseggio il cappuccino e guardo l’orologio, fra un po’ dovrebbe arrivare il mio amico. E’ il turno di una bella donna, rapida e decisa, di quelle che sanno quel che vogliono: “Giocami mio marito, mio figlio e mia mamma al 10&lotto..!” Penso, divertito: “Ecchela llà, s’è ghjocata tutta la famija!” Ancora con il gratta e vinci ma stavolta è un uomo, attempato e segaligno: “Mi dia un miliardario… ma, scusi, si vince qui da lei?” – “Certamente, di recente con il miliardario ci sono state tre vincite tra i 1000 e i 500 euro”. – “Ah, allora non mi conviene prenderlo… hanno già vinto!” e se ne va con il barista-tabaccaio che lo segue con lo sguardo perplesso. Ci guardiamo, lui fa spallucce mentre io alzo la tazza mimando: alla tua salute! Alle sue spalle ci sono centinaia di cartelline gratta e vinci: è lo Stato che lucra sulla crisi e impoverisce ancora di più i cittadini, ai quali è rimasta, come ultima speranza, solo ‘na bbotta de culu per risollevarsi economicamente. Avvilente. Ma non è finita qui… un signore chiede un toscano extravecchio cui segue la laconica e abitudinaria risposta: “Sei euro e trenta…”. Il mio amico, e sì, perché ormai siamo amici, accumunati da tragicomiche esperienze, prende 10 euro e rende 3 e 70… l’altro: “Che mi dà tutto metallo?” Gli è andata bene che i 3 e 70 non glieli ha tirati in testa: ma che je duvìa dà? Rido divertito sotto i baffi che non ho. Da un po’ la situazione si è fatta delicata… c’è un anziano arrabbiato che non pare intenzionato a mollare, e che urla: “Proprio questa mattina ho fatto la ricarica e ti ho dato 5 euro!” il gestore, calmo: “Sì, ricordo, che è successo?” l’altro, imbufalito: “Sono già passate tre ore e il cellulare non si accende!” il gestore, serafico: “Signore… lei lo ha messo sotto ricarica?” l’altro, paonazzo: “Mi prendi per scemo? Ma se sono venuto qui a fare la ricarica!” Cerco rapido un tovagliolino per tamponare gli spruzzi del cappuccino: non si può sorseggiare e ridere contemporaneamente. Nel frattempo si è formata una piccola fila, di due giovani impazienti; il primo chiede dei filtri ultra slim. “Ne abbiamo due tipi – risponde non da barista ma da tabaccaio – Ocb e Rizla, quale preferisce?” la scelta dà la misura del condizionamento subito dal soggetto: “Mi dia i Rizla, perché quelli della Ocb sono politicamente vicini alla destra francese”. Il secondo cliente non è migliore del primo, infatti..: “Buongiorno, un pacchetto di Prince…”. Il barista, ancora tabaccaio, stavolta non regge e ha la prima incrinatura della giornata: “Sì, uno di Prince, uno di Madonna e pure uno dei Queen… Si dice Prime!” Con gli occhi cerca conforto, mi guarda, lo guardo e stavolta faccio spallucce io, a voler dire: “Lascia perdere…”. Al tavolo accanto al mio una coppia ha ordinato un succo per lei, un cappuccio per lui e… furtivamente lui tira fuori da una tasca una briochina confezionata… è la crisi: la gente si porta al bar la colazione da casa! I gratta e vinci vanno a ruba, un uomo ne acquista diversi esce e sale nell’auto che aveva parcheggiato davanti al locale, lo guardo dalla vetrata: immagino abbia appoggiato le cartelline in grembo, la carrozzeria me lo nasconde parzialmente alla vista ma vedo il braccio muoversi nel furioso grattare. Passa accanto all’auto una bella sventola di ragazza, succintamente vestita, il tizio la guarda, la segue con gli occhi continuando a grattare… visto da fuori pare faccia altro e la situazione è divenuta, a dir poco, equivoca, al limite dell’imbarazzante. Distolgo lo sguardo perché nel frattempo è arrivata la persona con cui avevo l’appuntamento, gli faccio un cenno con il braccio, invitandolo al tavolo. Subito dietro di lui è entrata una donna di colore che va diretta verso il titolare del bar-tabaccheria e gli chiede: “Capo, biglietto extraurbano”. Molto gentilmente (il fatto di non poter accontentare un cliente rende sempre contrito il bottegaio) lui replica: “Mi dispiace ma ho solo i biglietti urbani…” La risposta della donna, uscendo, è stata: “Vaffanculo!” E’ il nuovo modo multirazziale di esprimersi, senza tante perifrasi. Vado alla cassa per pagare il conto e saluto: “Bella giornata eh?”

 

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