Denaro per tutti non per chi ne ha bisogno

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I Cie costano al giorno 1.800.000,00 euro

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Gli ottanta euro di Renzi, che basterebbero, secondo alcuni, per fare la spesa  di due settimane, si confermano ogni giorno che passa come l’ennesima beffa perpetrata ai danni delle famiglie italiane. Ottanta euro. Garantiti comunque a chi un reddito ce l’ha già, mentre a chi ha perso il lavoro, o è precario, nessuno garantisce nulla. I precari lavorano spesso più degli altri, si adattano a fare di tutto, senza ferie pagate, né malattia, né altro. E senza la possibilità di sperare di arrivare un giorno a percepire una pensione dignitosa. Di fronte a tutto questo, ci sono le categorie ipergarantite dei dipendenti pubblici e di chi è al servizio dello Stato: per loro tutte le garanzie del mondo, e anche di più. La forbice continua quindi ad allargarsi e a evidenziare differenze non motivate. Gli ipergarantiti non sono spesso infatti più produttivi per il Paese di chi è precario. Con l’unica differenza che il precario vive mese per mese senza garanzie per il futuro. Ma non è finita. C’è una fabbrica in Italia che non funziona, ma brucia ogni giorno 200mila euro di soldi pubblici. Sono i centri di espulsione per clandestini, i Cie. Dal 1999 al 2011 per queste strutture la spesa è stata di circa un miliardo di euro. Un flusso costante di denaro pubblico che corre parallelo al corso migratorio: se c’è un mercato che non sente la crisi, ma fiorisce nelle emergenze, è proprio quello del contrasto all’immigrazione irregolare. Ogni immigrato costa al giorno in media 45 euro. E, considerato il fatto che nell’ultimo anno gli espulsi sono stati meno della metà dei trattenuti, il conto è presto fatto. Di recente, abbiamo iniziato a ospitarli nei residence. Tutto a spese nostre. Ora, se un italiano perde il lavoro, non ha di che mantenere la famiglia e non può sostenere un affitto, che fine fa? E’ altrettanto vero che a ogni barcone che arriva i Cie mettono mano alla calcolatrice e più ne arrivano, più lo Stato paga. Nel 2013, l’Italia ha speso più di 1.800.000 euro al giorno per 40.244 migranti. Un letto, i pasti, il vestiario, i farmaci e un minimo di liquidità di cui poter disporre. Peccato che, in ogni centro, si tengano stipati per mesi almeno il doppio o il triplo degli ospiti consentiti. E questo la dice lunga sulle modalità operative. Eccoci quindi al punto. Si trovano soldi per fare di tutto in Italia, tranne che per garantire un minimo di serenità alle famiglie, a chi cerca lavoro, agli imprenditori, in un Paese ormai stitico di risorse. C’è chi non avrà mai una pensione decorosa, chi percepirà pensioni d’oro, chi lavora per due soldi, chi fa finta di lavorare e viene premiato. Tutto in un caos istituzionale, economico, sociale, senza precedenti. Che insistiamo ad accettare di buon grado, perché continuano a dirci che la crisi è passata, che le tasse sono diminuite, che l’Italia sta per risorgere. E noi ci crediamo. D’altronde in un Paese di poeti e sognatori come il nostro si può ancora credere a qualsiasi cosa. Pur di non fare niente per cambiare le cose.

di Lucia Mosca

 

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