L’Italia e i suoi paradossi

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di Raffaella D’Adderio

 l italia e i suoi paradossi

Un paese il nostro dove gli intellettuali militanti come Saviano sono costretti alla scorta e gli Schettino di turno fanno foto coi fan e tengono all’università una lectio magistralis intitolata assurdamente “Gestione del panico”. Da noi il politico chiede il sacrificio all’operaio per comprarsi la Porsche o una nuova escort (che non è un’auto) e il bisognoso padre di famiglia non può chiedere il sostegno delle Istituzioni. Questo è il terreno dove la ricerca scientifica è un fattore secondario e il taglio dei posti letto in ospedale è vitale per rimpolpare le casse dello Stato, non per salvare gli ammalati. Nel presente marasma, la inadeguata degenza dei pazienti fa rima con l’indecenza di alcuni addetti ai lavori che hanno perduto anche l’ultimo alito di umanità. E’ un mondo rovesciato. La parola “crisi” non s’accompagna a “carità” ma a imposizioni inderogabili o a salti nel buio per un estremo tentativo di salvezza. Il termine “ripresa imminente” ben si concilia con “puzza di bruciato” e trattasi solo dell’ennesima pantomima della politica per offuscare dati certi come i 9 milioni e 300 mila in difficoltà lavorativa (disoccupati, cassaintegrati, precari) e i 6 milioni di poveri assoluti. E’ un quadro spaventevole quello italiano e non bisogna cercare d’indorare la pillola e persuaderci che non sta andando poi tanto male. Le Istituzioni cavalcano fino all’inverosimile questo concetto, invece di trovare soluzioni piccole, ma certe e concrete. Ognuno cerca di salvare le proprie terga, dimenticando che anche in un paese frammentato come l’Italia, che non riesce ancora a pensare alla globalità, è il benessere totale che riconsegnerebbe linfa vitale a tutti e anche il giusto scettro del potere a chi lo saprebbe gestire lontano da interessi personali. Ma la politica è diventata solo una copertura per rattoppare i debiti contratti in una vita al di sopra delle proprie possibilità e l’unico canale per assicurare un’esistenza privilegiata a chi non ha alcuna creatività e alcun talento. Forse è proprio per questo che si arriva al paradosso dei paradossi: nel nostro paese chi ha capacità e talento fa paura ed è spesso fatto oggetto di scherno ed emarginazione. Ben visti invece sono i pecoroni, gli omologati, i mediocri che non offuscano le menti piccole e lasciano la speranza di facili prevaricazioni.

(foto tratta dal sito www.destradipopolo.net)

 

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