Il Don Giovanni di Preziosi

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Il teatro Lauro Rossi ha accolto con un doppio tutto esaurito le serate dedicate al “Don Giovanni” e il sipario si è aperto, conquistando gli occhi degli spettatori, su una grandiosa scenografia costituita da un pannello su cui si susseguono proiezioni luminose che interagiscono con l’azione scenica e che nulla toglie a un allestimento con splendidi costumi e recitazione fedeli all’ambientazione originale, e anzi ne sottolinea l’estrema modernità. Grazie alla accorta traduzione di Tommaso Mattei che ne cura anche l’adattamento, il testo ripercorre fedelmente la trama elaborata da Molière e fin dalle prime battute evidenzia la grande arte di Don Giovanni nel suo essere seduttore, affabulatore e ingannatore. Alessandro Preziosi, nella doppia veste di regista e protagonista, dà vita a un personaggio cinico e dissacrante che si muove a suo agio fuori dalle convenzioni sociali; a volte un po’ sopra le righe con alcune espressioni frenetiche che rasentano quasi la schizofrenia, ma sempre abbastanza coerente con l’anima di un Don Giovanni fortemente individualista e che, come dice lo stesso Preziosi nelle note di regia, “accumula su di sé, come una cavia, l’ipocrisia del mondo, e diviene consapevolmente la vittima sacrificale e contemporanea della società in cui vive”. Da sottolineare il buon cast di attori giovani e di grande energia che affianca Preziosi: Lucrezia Guidone, Barbara Giordano, Roberto Manzi, Daniele Paoloni, Daniela Vitale, Matteo Guma. Su tutti cui spicca il grande Nando Paone nelle vesti di Sganarello: a lui sono affidate le parti più comiche che alleggeriscono la tragicità del testo e ci offre un solido personaggio sempre in bilico tra il servilismo e la buona coscienza. “Don Giovanni” è uno spettacolo che certo strizza l’occhio a un tipo di “intrattenimento televisivo e cinematografico”, ricco di spunti mediati anche dalla Commedia dell’Arte, di travestimenti verbali e di travestimenti fisici, di ragionamenti filosofici che si intrecciano al racconto di vizi e ipocrisie, e che riesce comunque a conquistare il pubblico e a sottolineare ancora una volta la modernità del mito di Don Giovanni. Le scene sono a cura di Fabien Iliou, i costumi di Marta Crisolini Malatesta, musiche prodotte da Andrea Farri, allestimento luci curato da Valerio Tiberi, con la supervisione artistica di Alessandro Maggi.

 

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