Un caos stradale indescrivibile

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Allora… la situazione è parecchio ingarbugliata e non sarà facile capirci qualche cosa. Cominciamo con le tre immagini a fianco: la n° 1 è una recente mappa catastale; la n° 2 è una mappa tratta da uno stradario di oltre 15 anni fa (pe’ la serie “non se butta via cosa”) e la n° 3 è una mappa attuale tratta da Google. Tutte e tre si riferiscono alla stessa zona, le vie Mancini e Nobili che si trovano sotto via Roma, a ridosso della ferrovia. In sintesi, nella mappa catastale un pezzo di via Mancini non c’è, figura solo un marciapiede, ma la strada esiste, ci siamo passati, l’abbiamo fotografata e ha una storia: per il fatto che era, ed è, molto ripida creava problemi di transito alle auto con neve e gelo, per cui venne realizzata una deviazione dalla pendenza più blanda, intitolata a Durante Nobili, che nel suo mezzo  vedeva un tornantino. Eccola qua! Improvvisamente via Nobili si è dimezzata, e un suo tratto ha cambiato nome divenendo via Mancini e divenendo pure… senza sbocco! Perché? Semplice, è spuntato un funghetto proprio in curva! Beh… non proprio un fungo ma una grossa casa, edificata proprio sulla strada (che era via Nobili e che è diventata via Mancini e che s’interrompe davanti al cancello del nuovo edificio). Fortunati loro che della vecchia sede stradale ne hanno potuto fare una piazzola d’ingresso per i propri garage. La casa è evidenziata nell’ovale della foto n° 3. Ah, se aveste qualche dubbio la foto tratta da Google fa vedere che la via Mancini, quella in salita c’è… anche se al catasto non si vede. Perché? Boh, ma non è un nostro problema, semmai sarà un problema per chi avrà intenzione di vendere una di quelle case lungo la via, con il notaio che farà “No!” con il ditino mosso a tergicristallo, perché le particelle sono intestate… a chi? Alla strada che non c’è o a quella che c’è, con tanto di fogna e marciapiede? Un bel casino che i residenti hanno provato tempo fa a risolvere ma senza esiti, né negativi, né positivi: solo un classico silenzio maceratese. Ah, san Giorgio penzece tu che noatri no’ je la facimo più…

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