I ragni

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Come è scritto in una noterella introduttiva, questo libro, “I ragni”, è la storia di tante amicizie che nel tempo si sono succedute, legate da un denominatore comune: la passione per la musica. Naturalmente ricordiamo il complesso de “I ragni”, anche nella sua successiva denominazione di “Orchestra Dino Ragni” e, a volte, oltre che averli visti nei manifesti, li abbiamo anche sentiti suonare: erano bravi e coinvolgenti! Soprattutto, hanno avuto la capacità di sapersi sempre adattare alle mutate esigenze del pubblico, cambiando gradualmente il loro repertorio. Spessissimo hanno fatto da accompagnatori, da spalla, a cantanti affermati. L’impatto con la prima professionista li fece… arretrare! Era la Luciana Turina dalla bellissima voce e dalla  notevole  mole: il palco era piccolo e qualcuno di loro, il chitarrista, dovette suonare appiccicato al muro. Era il 1968 quando suonarono con un giovane di nome Lucio Dalla, che autografò per loro il manifesto della serata ma altri nomi famosi ebbero come spalla “I ragni”: i Nomadi, i Formula Tre, i Dik Dik, i Ca-maleonti, persino con i Pooh che avevano in Riccardo Fogli la voce solista. A questo proposito nel libro è narrato un aneddoto. Riccardo Fogli a ogni pausa tra un pezzo e l’altro scompariva in direzione del camerino… la curiosità era tanta e qualcuno andò a sbirciare… ebbene il Riccardo andava a incontrare la sua bella, niente meno che la straordinaria Patty Pravo! Una volta furono testimoni di una sgradevole circostanza, fu quando alle terme di Santa Lucia, a Tolentino, sarebbe dovuta intervenire l’orchestra di Perez Prado per una serata. Alle ore 20 ancora nessuno degli orchestrali si era presentato, né l’impresario rispondeva alle telefonate. Gli organizzatori interpellarono “I ragni” per salvare la serata che, così, andò avanti in modo normale.  Ma le persone presenti,  a un certo punto, pretesero l’ospite per cui avevano pagato il biglietto d’ingresso. Perez Prado non c’era e gli organizzatori dovettero rimborsare tutti quanti. Il big brasiliano arrivò, da solo, alle quattro del mattino, pretendendo di essere pagato perché lui, comunque, si era fatto vivo! Volarono insulti e non ebbe il compenso. La serata era stata organizzata da alcuni dipendenti della Nazzareno Gabrielli per cui nella tarda mattinata del giorno successivo l’artista si presentò al cancello della fabbrica per avere il suo cachet, ma il cancello elettrico si chiuse e il tipo mise apposta una gamba in mezzo per simulare un incidente. Successe un finimondo con l’intervento della polizia, poi seguirono denunce e avvocati. Quando mutarono il loro nome in “Dino Ragni” una sera a Castelfidardo si trovarono a suonare con due big del passato: Nilla Pizzi e Luciano Tajoli che, rispettivamente, interpretarono “Grazie dei fiori” e “Miniera”. Ebbene, molti dei presenti, della stessa età dei due cantanti, si emozionarono talmente da scoppiare a piangere. “I ragni – Dino Ragni”, nelle loro varie composizioni di musicisti, iniziarono nel lontano 1965 e terminarono nel 1990, fu una lunga carriera nel segno della passione musicale. Come tutti i complessini dell’epoca tribolarono con i mezzi di trasporto. Dapprima, non avendo denaro, andavano sempre in prestito; una Wolksvagen Maggiolino li lasciò a piedi senza benzina, una Fiat 600 Multipla fu più pratica ma usarono anche un vecchissimo furgone Fiat 1100 telato. Finalmente ebbero una Fiat 600 Multipla furgonata alla quale apposero sulle fiancate la scritta “I ragni”! Una scritta che apparve anche sul mezzo successivo, un furgone Fiat 238, più capiente, ma in difficoltà di potenza essendo aumentato nel frattempo il… “peso” degli strumenti. Chiusero la carriera con un dignitosissimo furgone Mercedes.

Fernando Pallocchini                                      

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