Por’òmu, lu fà ghjrà come la gorbe co’ lu ca’!

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Uno dei tanti modi di dire del nostro territorio è: “Por’òmu, lu fà ghjrà come la gorbe co’ lu ca’!” che, tradotto, suona così: Poverino, se lo rigira come fa la volpe con il cane!

Ecco una storiella per capire meglio…

Un cacciatore aveva un cane bello e ben addestrato. Lo teneva legato con una catena lunga tre metri che finiva con un anello bloccato in un palo infisso a terra. Per alcuni giorni di seguito l’uomo trovò il suo cane vicinissimo al paletto con la catena arrotolata allo stesso. La bestiola si lamentava e, nonostante gli venisse dato cibo in abbondanza, appena sciolto azzannava polli e conigli, cosa che non aveva mai fatto, come se avesse una gran fame. Il suo padrone volle capire che stava succedendo. Una sera, appoggiata la ciotola con il cibo al solito posto, si allontanò e si mise di guardia a una finestra. Prima che il cane arrivasse a mangiare, da un cespuglio poco lontano, sbucò fuori una volpe. Questa si avvicinò al cane che, subito, la puntò. Poi l’astuto animale iniziò a girare in tondo con l’altro che la seguiva mentre la catena si arrotolava intorno al palo. Quando il cane non riuscì più ad arrivare alla ciotola, tanto si era accorciata la catena, la volpe si avvicinò al cibo, lo mangiò tutto e se ne andò via. Questa storiella, nella vita di tutti i giorni, si adatta a quel povero marito che, avendo la “moglie volpe”, accetta di fare il “cane legato al palo” con mille giri di bugie mentre la “moje virba” se ne va altrove ad assaggiare altre… “pietanze”!                            

Cisirino       

01 febbraio 2017

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