La “Via della droga” passa per una legislazione inadeguata

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La redazione de La rucola non si occupa direttamente di cronaca, nemmeno quando questa è efferata e tocca da vicino il nostro territorio, ma tende piuttosto a pubblicare le analisi correlate agli avvenimenti. Nel caso del delitto di via Spalato, a Macerata, mettiamo in evidenza due punti: droga e sicurezza.

 

Droga: legislazione inadeguata

Da un comunicato della Pars di Corridonia estrapoliamo un pezzo illuminante sulla questione “droga” in Italia, nel quale si evidenzia come la legislazione è inadeguata: non consente una vera repressione dello spaccio, che avviene ovunque nelle nostre città, non promuove una prevenzione efficace nelle scuole e nelle famiglie, non sostiene la cura precoce e specialistica di chi ha questo tipo di problema. La droga oggi è un tabù; non se ne può parlare, non si hanno certezze a riguardo, se se ne parla, tutto è un’opinione come un’altra.

 

La cultura prevalente ha normalizzato l’uso delle droghe

Non conta l’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; la cultura prevalente ha normalizzato l’uso delle droghe, senza pensare agli effetti negativi che questo ha sui giovani che finiscono per sottovalutare il pericolo. Non si vede, non si dice o si fa troppo poco nelle scuole e sul territorio per porre rimedio allo sfacelo a cui vanno incontro i nostri giovani sotto l’effetto di queste sostanze; si preferisce tacere e nascondere, sperando che il problema passi da solo; intanto le famiglie interessate non sanno che fare, sono spesso sole ed emarginate; i servizi per le dipendenze agiscono con risorse sempre più scarse.

 

Comunità di recupero lasciate da sole

Le comunità spesso sono lasciate sole a fronteggiare situazioni e casi molto difficili; nonostante l’aiuto che a volte ci viene prestato da Forze dell’Ordine e servizi di soccorso, che ringraziamo, la legislazione pone limiti chiari e non consente di trattenere nessuno contro la propria volontà nelle comunità terapeutiche; il principio in generale è giusto, ma sarebbe necessario prevedere per legge alternative in altre strutture per casi particolari.

 

Una lotta che dura da 30 anni

Da oltre trent’anni la PARS lotta contro la droga e i suoi effetti devastanti, con successi e insuccessi, come è inevitabile. Abbiamo richieste di ingresso provenienti da tutta Italia, tanto che non riusciamo a soddisfarle con i pochi posti che la Regione ci concede.

 

Senza una società civile unita vincono le mafie

Senza norme e investimenti adeguati, senza un’azione coerente ed efficace di tutti gli organismi (scuola e enti locali, forze dell’ordine e magistratura, servizi sociali e sanitari), il sostegno di mass media e opinione pubblica, la battaglia contro la droga non si può vincere, sono troppo forti le mafie che si arricchiscono con lo spaccio, il crimine e la ricerca dello sballo a tutti i costi.

 

Sicurezza

La vicenda maceratese ha evidenziato un problema di sicurezza preventiva davvero grave: una persona, noto spacciatore e con il permesso di soggiorno scaduto, ancora stava sul suolo italiano, per di più abitava a poche decine di metri da un plesso scolastico. Uno spacciatore vicino a una scuola! Costui, indipendentemente dal fatto in cui è implicato, non sarebbe dovuto stare nei pressi di una scuola. Il controllo e la prevenzione dove sono andati a finire?

2 febbraio 2018

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