L’AIPA ha eletto il nuovo Presidente: Giovanni Di Geronimo

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Giovedì  22 febbraio 2018 si è svolta l’assemblea annuale dei pazienti iscritti all’A.I.P.A. (Associazione Italiana Pazienti Anticoagulati) per approvare il bilancio e rinnovare le cariche. Il nuovo Direttivo ha nominato Presidente dell’Associazione Giovanni Di Geronimo da tempo impegnato in attività di volontariato.

 

400 iscritti

L’A.I.P.A. rappresenta oltre 400 iscritti e svolge tramite l’impegno dei volontari attività di accoglienza e sostegno ai pazienti sottoposti al prelievo digitale e al trattamento del farmaco Coumadin con dosaggio personalizzato presso il centro TAO (Trattamento anticoagulante orale) dell’Ospedale di Macerata.

Un Centro di eccellenza, riconosciuto come “salva vita”, unico nelle Marche e nel centro Italia che assiste circa 1.800 pazienti in Provincia con pregressi episodi quali ictus, trombosi, embolia polmonare, ischemia, fibrillazione atriale e portatori di valvole cardiache.

 

20.000 prestazioni annue

Le prestazioni  del Centro TAO sono affidate a personale medico e paramedico che, oltre alla professionalità nel gestire i controlli e individuare la dose ottimale da somministrare, garantisce una eccellente capacità di dialogo e cortesia, fondamentale come supporto psicologico ai pazienti quasi tutti sofferenti e anziani.  

Superati in questi anni i vari tentativi di depotenziare o addirittura di chiudere il Centro, oggi rimane un importante punto di riferimento non solo perché evita il disagio di sottoporsi più volte al prelievo in vena ma anche per il costante monitoraggio svolto su pazienti a elevato rischio a fronte di una spesa assolutamente sostenibile in rapporto al numero di prestazioni erogate (circa 20.000 ogni anno).

 

I centri TAO in provincia

L’A.I.P.A. quindi da molti anni è presente per eliminare i disagi ai pazienti impegnandosi  non solo nell’accoglienza e per ridurre i tempi di attesa ma per avviare iniziative in collaborazione con il Centro TAO e la ASUR per lo studio e la somministrazione di nuovi farmaci sperimentali. Rinnova inoltre il suo impegno  dando seguito al decentramento e alla realizzazione di altri Centri in Provincia oltre quelli già esistenti (Recanati-Tolentino-Pollenza-Corridonia-San Severino-Treia).

 

Prossime iniziative

Nei prossimi mesi sono in programma iniziative pubbliche quali una giornata dedicata alla prevenzione con un punto screening gratuito, un convegno  di portata nazionale nella nostra città e altre iniziative in sinergia con altre Associazioni.

Mettiamo a disposizione tutte le nostre risorse umane ed economiche per un impegno che sarà essenzialmente rivolto a queste attività e alla necessità di dare un messaggio a tutti i cittadini.

La prevenzione e l’informazione sono la cura primaria per queste patologie senza attendere l’insorgere di pericolosi eventi. Abbiamo però bisogno di una collaborazione con gli Enti Locali e di poter disporre di una sede idonea all’interno della struttura sanitaria superando l’attuale stato di precarietà.

 

PER CHI NE VUOLE SAPERE DI PIÙ

Che cosa è la terapia anticoagulante

I cittadini in terapia anticoagulante cronica in Italia sono oltre 1 milione, con tendenza ad aumento. Questa terapia è salvavita, e può attualmente avvalersi di farmaci diversi. Qualsiasi sia il farmaco impiegato, l’anticoagulazione presenta rischi di emorragie e di ridotta protezione, rischi che aumentano se la terapia è condotta malamente e sono assenti servizi e prestazioni indispensabili per la sua qualità.

I pazienti anticoagulati sono quelle persone colpite da un primo episodio di trombosi venosa profonda, embolia polmonare, ictus cerebrale, infarto del miocardio, fibrillazione atriale e portatori di valvole cardiache.

La terapia anticoagulante orale anche nota come TAO è un trattamento medico per il rallentamento della coagulazione del sangue, praticata soprattutto nei pazienti con pregressi episodi di trombotici.

Alcune condizioni particolari possono favorire la comparsa a livello venoso di piccoli coaguli di sangue detti trombi i quali possono, in condizioni particolari, mobilizzarsi staccandosi dalle pareti della vena e viaggiando nella corrente sanguigna raggiungere piccoli vasi. L’ostruzione di questi ultimi è la causa del cosiddetto ictus cerebrale ischemico e della embolia polmonare; due malattie potenzialmente mortali e spesso invalidanti.

Concorrono a questo fattori di tipo genetico, l’immobilità prolungata quale quella che si ha dopo importanti interventi chirurgici o in seguito a frattura, uno stato di ipercoagulabilità (come nei portatori di neoplasia). Inoltre è possibile che si sviluppino emboli a partenza dalle camere cardiache nel caso di una fibrillazione atriale o nei portatori di valvulopatie cardiache o di protesi cardiache valvolari meccaniche.

Per ridurre questo rischio le linee guida internazionali prevedono di mantenere nei pazienti una riduzione della capacità intrinseca del sangue di coagulare tra 2 e 3,5 volte. Ciò si ottiene attraverso l’inibizione della protrombina, uno dei fattori responsabili della coagulazione del sangue, e quindi andando a misurare il coefficiente PT.

Per fare questo in modo prolungato (a volte molti anni) si utilizzano composti anticoagulanti quali il warfarin o l’acenocumarolo che possono essere assunti per bocca sotto forma di compresse.

La variabilità individuale nell’assorbimento e nel metabolismo di questi farmaci e le interazioni con il cibo determinano variazioni anche rilevanti nei valori di attività della protrombina. Ciò richiede periodici controlli e aggiustamenti del dosaggio del farmaco che prendono il nome di Controlli TAO

Fino a qualche anno fa solo farmaci ad azione antivitamina K (AVK, in Italia Coumadin o Sintrom) sono stati disponibili per la terapia e tuttora sono quelli più usati. Gli anticoagulanti AVK richiedono un monitoraggio di laboratorio frequente (test INR) con conseguente opportuna regolazione della dose giornaliera. Una qualità insufficiente di questa azione di monitoraggio (basso livello del tempo trascorso nel voluto intervallo terapeutico) riduce l’efficacia e aumenta il rischio dell’anticoagulazione: i pazienti sono quindi esposti a più complicanze trombotiche o emorragiche.

25 febbraio 2018

           

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