Un tubetto di maionese infilzato sotto la città di Macerata

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La definizione più bella della rinnovata galleria maceratese l’ha data quello spirito critico e arguto di Carlo Cambi: un tubo di maionese. Il che è tutto dire, essendo Carlo un fine intenditore di cibarie, amante della maionese fatta al momento, dire “tubo” significa parlare di un prodotto industriale non paragonabile al “fatto a mano”.

 

Cosa non va?

Il manufatto in sé per sé ha un suo fascino, grazie all’estro e all’abilità di Morden Gore, che ha ripreso linea e tematica del lavoro già fatto nel sottopassaggio di piazza Garibaldi. Ciò che non va, oltre il lato puramente estetico e la funzionalità intrinseca del passaggio, è la mancata funzione per la conoscenza, rivolta ai visitatori di Macerata, di cosa costoro troveranno nel Centro Storico, dato che l’Amministrazione comunale sta lavorando in senso turistico.

 

Info: niente!

Parlare di cartellonistica è oggi superato anche se il concetto è quello, che però va applicato con la moderna tecnologia informatica. In soldoni, far sapere ai turisti, che hanno parcheggiato nell’ex ParkSì, cosa offre loro Macerata in termini di accoglienza e di cultura. Schermi o proiezioni interattive? Fate voi. Certamente messa così, di tutto questo cosa comunica? Niente. Quindi hanno pensato e realizzato una cosa che non serve a un… tubetto. Tipico di chi non si cala nella realtà ma vede solo con il proprio occhio.

Hanno fatto come quel padre di famiglia, appassionato di calcio, che invece di portare a casa cibo per riempire la dispensa e nutrire i figli, porta ai pargoli… un pallone.

 

L’ex ParkSì

D’altra parte cosa si vuol pretendere da chi ha riempito a prezzo stracciato l’ex ParkSì (ci piace chiamarlo col suo vecchio nome perché comprare una cosa che è tua non è da tutti né da tutti i giorni)… un po’ la storia del bastone e della carota: metto in difficoltà i residenti del Centro Storico (il bastone) e offro loro un’alternativa (la carota). Risultato? “Ohhh che bravi… hanno riempito il parcheggio!” Però non c’è posto per chi viene da fuori e trova il cartello “Esaurito”, così quel che avrebbe dovuto essere il parcheggio per i turisti… tale non è.

 

Braccino corto

Tanti anni fa, gli Amministratori che pensarono il sottopassaggio di piazza Garibaldi qualche cosa avevano intuito ma il solito “braccino corto” tipico dei maceratesi ha fatto sì che ci venissero fatte delle vetrine per reclamizzare i prodotti dei negozi… a pagamento. Oggi quelle vetrine, vuoi per il costo elevato o per la incapacità di chi le gestisce sono mezze vuote e per riempirle si è pensato di chiudere i vuoti con manifesti raffiguranti varie parti della città. Un rimedio. E un rimedio è pur sempre un rimedio. Questi hanno idee poche e ben confuse, diceva un nostro amico, eppure c’è chi di idee ne ha da vendere… ma a chi le offri? A chi parla di percezione errata? 

F. Pallocchini

5 luglio 2018      

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