Forse non sa… il Sindaco Carancini di Largo Cassiano Beligatti

Print Friendly, PDF & Email

Forse non sa, il Sindaco Romano Carancini, di avere nei cassetti degli uffici comunali, gestione e assetto del territorio, progetti pagati dalla Amministrazione e mai realizzati che aspettano dal 2002 di essere scoperti. Proprio così!

 

Archivi che potrebbero raccontare…

Chi nega la conoscenza e i contenuti di questi progetti al Sindaco e alla Città che pure avrebbero, se realizzati, in parte attenuato la desertificazione del centro storico? Qualche dirigente dell’ufficio in questione sicuramente, persona informata che li tiene gelosamente stretti e segreti nei cassetti degli archivi comunali. Archivi che prendono fuoco, per coprire qualche porcheria, ma che potrebbero raccontare anni di mal gestione di uffici diretti e organizzati secondo i voleri dei poteri dominanti.

 

Il progetto su Largo Beligatti

Una di queste idee per il centro storico è il mio progetto contenuto nell’ambito della Variante al piano di recupero, su incarico dell’allora Sindaco Meschini. Da questa Variante, scaturisce una proposta di riutilizzo urbano del centro storico che interessa: architettura, valorizzazione del panorama e destinazioni d’uso di alcuni fabbricati nell’ambito del quadro ambientale urbano di Largo Beligatti. Il progetto, sepolto per incapacità o malafede, meriterebbe il giudizio almeno dei cittadini Maceratesi.

 

Realizzazione a costo zero

E visto che il sindaco Carancini, dopo circa otto anni della sua amministrazione si è finalmente accorto del decesso della città, tanto da indire un concorso di idee per il suo rilancio; chieda agli omertosi uffici di tirarlo fuori, magari per realizzarlo a costo zero perché è già di sua proprietà. La fine della nostra città, ormai  sulla  bocca  di  tutta la provincia, deve essere risolta con progetti radicali che coinvolgano e valorizzino tutti i suoi luoghi e non solo le solite tre vie che sono ai piedi del “Palazzo comunale”.

 

Ex Upim

Ma, dato che ci sono, voglio intervenire sulle questioni aperte in questi giorni sui locali ex Upim e sull’ennesimo centro commerciale di Piediripa. Nel primo caso continuare a puntare sull’intervento del fratello maggiore “Università”, per salvare capra e cavoli non è il caso. Capisco per le capre ma per i cavoli della città non è auspicabile l’ennesimo acquisto o uso dei locali da parte dell’università che, consapevolmente o no, ha favorito con la sua massiccia presenza la desertificazione del centro storico, che si è trasformato in un birrificio a cielo aperto.

 

Nuovo centro commerciale

Nel secondo caso, quello del nuovo centro commerciale, l’Amministrazione comunale rilasciando parere favorevole, si è resa complice di una dissennata e incomprensibile operazione di speculazione, che non da benefici per la città né agli insediamenti commerciali già esistenti; limita il potenziamento della stretta e intasata via che collega Piediripa a Macerata, rendendo impossibile il suo allargamento a tre o quattro corsie. Proprio dietro il neo centro commerciale, ci sono enormi fabbricati inutilizzati da almeno 40 anni, che attendono di essere vissuti. Ma nessuno sano di mente aprirebbe una attività in un Comune deceduto, a meno che…

Guido Strinati – Architetto

 

Cosa c’era prima: chiesa di San Lorenzo con annesso monastero

Dove oggi ci sono tre palazzoni dalla foto si vede come prima c’era una chiesa imponente, quella dedicata a San Lorenzo, con annesso il monastero delle terziarie francescane. Il monastero aveva un chiostro il cui unico residuo è, lungo via Mozzi, l’edificio con gli archi che si affaccia su largo Beligatti. Archi che sono stati chiusi con delle saracinesche. L’insieme è deprimente e dozzinale; dallo spiazzo, così come è messo, per l’altezza del parapetto, non si può neppure godere della vista sui Sibillini.

7 settembre 2018

A 6 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti